PESCARA Sindaco nel pallone: tra la delusione del Pescara Calcio bloccato in casa dalla Reggina e le amarezze che gli riserva Forza Italia, Luigi Albore Mascia ha vissuto un weekend da incubo. E ora dice basta anche lui, come la canzone elettorale per Guerino Testa, ma con tutt'altra grinta. «Voglio essere presentato come candidato sindaco del centrodestra» è il primo rivolo, quel che segue è un fiume in piena. «Non capisco che cosa aspetta Forza Italia per presentarmi alla città come unico, vero candidato sindaco, perché Guerino Testa, è candidato del Nuovo centrodestra, non della coalizione». Poi il primo affondo, destinato a Nazario Pagano: «Il coordinatore regionale ha avuto mandato dal partito tre mesi fa, perché esita ancora, a che gioco sta giocando?». Mascia non ha digerito la presenza di Pagano e del presidente della Regione Gianni Chiodi alla convention di Guerino Testa: «Che ci sono andati a fare, e poi perché sono rimasti fino alla fine. Sono andati, forse, ad applaudire Testa e a sancirne la candidatura?». Per il sindaco uscente, «tutta questa storia ha dell'incredibile e il partito l'ha gestita malissimo. Parlo dei vertici regionali - è il secondo affondo a Pagano - visto che Carlo Masci ha lavorato sodo e ha pronte le sue liste in appoggio al sottoscritto. La stessa cosa ha fatto Fratelli d'Italia. E allora perché si aspetta ancora?». Una domanda che rimane senza risposta, e questo aumenta a dismisura la rabbia di Mascia: «A questo punto non mi interessa nemmeno se sotto ci sia qualche gioco sporco. Forza Italia, tramite Pagano, ha tutti gli elementi per presentare la mia candidatura, e deve farlo. Io sono pronto, per me va bene anche domani». Mascia si sente preso in giro, per non dire di peggio, proprio dal suo stesso partito: «Va a finire che a rimetterci sono io che ho atteso correttamente tutti i rituali della politica, senza fare fughe in avanti e senza sgomitare. Ma ora sono io che dico basta a questo teatrino. Forza Italia, - ecco la terza bordata a Pagano - deve uscire allo scoperto con il coordinatore regionale, e pure con il presidente della Regione, e deve farlo pure subito, sennò qui salta tutto». Nel centrodestra, quindi, siamo ormai alla resa dei conti e lo scenario più plausibile, al momento, è che al voto del 25 maggio si vada non solo allo scontro fratricida, ma addirittura con tre candidati. L'altra notizia del giorno, infatti, è che il coordinamento regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale minaccia di rompere con la coalizione, sia al Comune di Pescara sia alla Regione, andando con un proprio esponente. «E fa bene - commenta il furibondo Mascia - perché non è serio e accettabile gestire la situazione in questo modo». Le conseguenze, soprattutto per il capoluogo adriatico, possono essere devastanti: «Prendiamo atto, con rammarico, che l'assetto complessivo del centrodestra ha subito un ulteriore e non secondario indebolimento sia dal percorso di rottura avvenuto per mano del Ncd nella città di Pescara e in Abruzzo. - così parte la nota siglata dal coordinatore regionale Roberto Petri - Sembra evidente che questo partito si sta avviando verso un accordo più o meno criptico con le forze del centrosinistra e con il Pd in particolare, tradendo nella sostanza il mandato che i suoi eletti hanno ricevuto dai cittadini».