Un successone l’idea del treno veloce tra Avezzano e Roma. L’altra mattina al castello Orsini di Avezzano un summit organizzato dal Credici, il Centro per i diritti dei cittadini del quale è coordinatore il professor Pierluigi Palmieri, ha riunito al capezzale della morente ferrovia che unisce Pescara a Roma esperti, pendolari imbufaliti e tecnici della Sangritana. «Come trasformare un problema in fattore di sviluppo: a prima vista potrebbe apparire un’utopia il solo pensare di recarsi a lavoro o all’Università con i tempi e con i mezzi di un impiegato o di uno studente di Londra o di Parigi o di New York» dice Palmieri. «Ma percorrere, in treno, i 100 chilometri che separano il capoluogo della Marsica dal centro di Roma in meno di un’ora è una ipotesi molto attendibile». Nei giorni scorsi il Movimento Civiltà Italiana ha proposto l’istituzione di un collegamento veloce Avezzano-Roma proponendo di interrompere il monopolio nella gestione della Rete ferroviaria e l’assegnazione della tratta alla Sangritana. Ne è scaturita una proposta di fattibilità tesa ad ottimizzare le risorse che la Regione Abruzzo investe nei trasporti su rotaia e, oltre ad elevare la qualità della vita di chi per motivi di lavoro e di studio è costretto a muoversi verso la Capitale, a creare un fattore di sviluppo economico. Sono stati invitati a partecipare, e a dire la loro, oltre ai rappresentanti della Sagritana, quelli delle associazioni delle varie categorie produttive, della stampa, dei Comuni della Marsica, della Provincia e della Regione, e i rappresentanti dei Comitati spontanei nati tra i pendolari. Ma quel che più sbalordisce riguarda la circostanza che anche Luigi Di Diego, Direttore di Esercizio Sangritana l’arrivo della Sangritana è possibile. Trenitalia incassa le continue critiche sulla gestione e non replica: ultimamente ha subito l’incredibile black out della centrale elettrica che ha bloccato i treni per un periodo lunghissimo.