ROMA Il conto alla rovescia è iniziato. Il governo si appresta entro pochi giorni a mantenere la principale promessa fatta da Matteo Renzi, il bonus fiscale da 80 euro in busta paga a partire dagli stipendi di maggio. Ieri è stato lo stesso premier a rimarcare che i soldi arriveranno nelle buste paga dei lavoratori con lo stipendio di maggio. Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia stanno lavorando alla stesura di un decreto legge che sarà presentato insieme al Def, il Documento di economia e finanza, e al Pnr, il piano nazionale di riforme. «Arriveremo in tempo, entro il 10 aprile», dice al Messaggero Enrico Morando, vice ministro dell’Economia. La data è quella prevista dalle nuove regole europee come termine ultimo per presentare il Def. A via XX Settembre stanno facendo gli ultimi conti sulle risorse a disposizione. Per tagliare l’Irpef saranno aumentate le detrazioni per lavoro dipendente, probabilmente dagli attuali 1.880 euro a 2.400. In questo modo il beneficio massimo dovrebbe arrivare ai percettori di stipendi anni tra 20 mila e 23 mila euro. Il costo dell’operazione è di circa 7 miliardi, meno dei 10 miliardi indicati da Renzi. Il motivo è semplice, i 10 miliardi sono calcolati su base annua, per il 2014 non dovranno essere coperti i primi quattro mesi con un risparmio sui conti pubblici di poco più di 3 miliardi di euro.
LE COPERTURE
Fuori dalla manovra dovrebbero invece rimanere gli «incapienti», coloro che dichiarano meno di 8 mila euro e che ricadono nella «no tax area». Far partecipare anche loro allo sgravio avrebbe un costo aggiuntivo per quest’anno di 2 miliardi di euro. Come saranno recuperate le risorse? La gran parte arriverà dai tagli di spesa. Alcune delle misure indicate dalla spending review del commissario Cottarelli saranno attuate direttamente con il decreto taglia-tasse. Ci sarà sicuramente una stretta sull’acquisto dei beni e servizi, che sarebbe già stata quantificata in 1 miliardo di euro. Un altro miliardo, o anche qualcosa in più, dovrebbe arrivare da una stretta sui trasferimenti alle imprese, a partire dai fondi all’autotrasporto. Nel testo del decreto troverà spazio anche il taglio degli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione. L’obiettivo di risparmio potrebbe anche essere alzato rispetto ai 500 milioni indicati nel documento di Cottarelli, arrivando fino a 700 milioni. Gli spazi sarebbero ampi. Il monte retribuzioni dei dirigenti della pubblica amministrazione è di 28 miliardi di euro. L’idea del governo sarebbe quella di agire sui premi che valgono il 10% di questa cifra, congelandone per il 2014 almeno una parte. F-35 a parte, un contributo al taglio dei costi, nell’ordine di un paio di centinaia di milioni, dovrebbe comunque arrivare da tagli alle spese della difesa. Sul tavolo del ministero dell’Economia, poi, ci sarebbe anche l’ipotesi di far contribuire la Sanità con un miliardo di euro ai tagli della spesa per finanziare la riduzione dell’Irpef. L’ipotesi è di un nuovo intervento sulla spesa farmaceutica. Una parte dei soldi, poi, dovrebbero arrivare dal risparmio sugli interessi del debito pubblico grazie alla riduzione dello spread. Di quanti soldi si tratta? Le risorse a disposizione da questa voce sarebbero di circa 2-2,2 miliardi di euro. La nota di aggiornamento del Def, presentata lo scorso anno quanto ministro era ancora Fabrizio Saccomanni, aveva messo in conto per il 2014 uno spread a 200 punti base e un tasso medio sui Btp del 4,75 per cento. Nell’asta della scorsa settimana il decennale italiano è stato venduto in asta ad un rendimento del 3,29 per cento. Ma ormai sono diversi mesi che i Btp vengono piazzati a tassi inferiori al 4 per cento. I risparmi, insomma, sarebbero ormai acquisiti. Nel decreto sarà inserito anche il taglio del 10 per cento dell’Irap per le imprese. Costo dell’operazione 2,6 miliardi di euro.
La copertura, in questo caso, sarà trovata aumentando dal 20% al 26% la tassazione sulle rendite finanziarie esclusi i titoli di Stato ed il risparmio postale. Taglio del 10% in arrivo anche per le bollette delle piccole e medie imprese. L’alleggerimento non peserà sui conti pubblici, saranno tagliati degli oneri impropri già presenti nelle bollette.
LE NUOVE STIME
Il governo nel documento di economia e finanza cambierà anche il quadro programmatico indicato nell’ultima nota di aggiornamento, dove la crescita del Pil per il 2014 è indicata ancora all’1,1 per cento. Tutti i previsori internazionali indicano invece un prodotto interno lordo che non andrà oltre lo 0,6-0,7% quest’anno. Il Tesoro sarebbe orientato a portare le stime ad un livello leggermente superiore a quello delle stime degli organismi nazionali e internazionali, fissando l’asticella tra lo 0,8 e lo 0,9 per cento.