PESCARA Il piano per far fuori Luigi Albore Mascia era pronto da un anno e mezzo, architettato dagli esponenti pescaresi del Pdl. Poi la fine del partito nato sul predellino dell'auto presidenziale di Silvio Berlusconi ha fatto saltare tutto. Il piano prevedeva l'alternanza del candidato sindaco di centrodestra da Mascia, appunto, a Guerino Testa. Quello che il Pdl non aveva messo in conto è stato il traumatico parto gemellare della casa madre che ha dato vita al Nuovo centrodestra e a Forza Italia, nel novembre 2013. A livello locale, Mascia ha scelto di restare in Forza Italia mentre Testa ha optato per Ncd e da quel momento si è cominciato a ballare la rumba. Né sono servite le nomine dei due coordinatori regionali Nazario Pagano (Fi) e Federica Chiavaroli (Ncd) per trovare una sintesi. Anzi, i colpi bassi si sono sprecati inasprendo ancor più i rapporti. La crisi di Forza Italia a livello nazionale non ha aiutato Mascia nella candidatura-bis. Poi, però, a inizio anno Berlusconi ha dato mandato ad Altero Matteoli, e questi a Pagano, di tirare dritto sulla conferma dei sindaci uscenti. E ora molti «azzurri» sono neri con il coordinatore regionale, reo di aver esitato troppo prima di blindare la candidatura di Mascia. Esitazione ritenuta fatale perché avrebbe da una parte logorato Mascia e dall'altra legittimato le ambizioni di Testa. La tattica di temporeggiare, insistono i detrattori di Pagano, ha dato la possibilità a Federica Chiavaroli di bruciare sul tempo la concorrenza mettendo la Testa in avanti. Pagano ha reagito convocando tutti per oggi al chiarimento definitivo. Nella sede abruzzese del partito si ritrovano Carlo Masci (Pescara Futura), Roberto Petri (Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale), Nedo Poli (Udc) e lo stesso Pagano e dal conclave ci si attende la fumata bianca non solo per il Comune di Pescara, ma anche per la Regione e per il Comune di Montesilvano. Altrimenti sarà guerra senza frontiere con Fratelli d'Italia fra i più arrabbiati, non a caso Roberto Petri avverte: «Sia chiaro che andiamo all'incontro voluto da Pagano solo per chiudere la partita, non ammettiamo un altro giorno di ritardo». Siccome anche Masci ha detto la stessa cosa al coordinatore regionale di Forza Italia, l'accelerazione domenicale significa che Mascia sarà candidato sindaco della coalizione contro Testa candidato, per ora, del solo Ncd. E il sindaco uscente può dire con orgoglio: «Parto subito con l'affissione dei mie manifesti 6x3 e ricordo a tutti che, finora, non c'è alcun candidato ufficiale, nemmeno Testa». Cosa che deve avvenire almeno un mese prima del voto, dunque prima del 25 aprile, ovviamente con le liste già completate. Nel clan forzista, infine, aleggia il sospetto di un clamoroso inciucio fra Ncd e Pd. «Ma hanno sbagliato i conti - avverte Mascia - perché il voto disgiunto vale non più del 2-3%». Quanto alle ambizioni del presidente della Provincia, il sindaco provvede a gettare secchi di acqua gelata: «Se stiamo ai fatti, - sottolinea - dico che chi vuole aggregare la coalizione deve avere l'appoggio del maggior numero di partiti, mentre Testa ha solo quello del Ncd. E allora come fa a dire che lui è il candidato che unisce, mentre io sarei quello che divide? I conti non tornano».