Il documento delle segreterie provinciali Rsa aziendali: «No all’aumento delle tariffe e all’eliminazione di 500mila chilometri, così non si sostiene la città universitaria»
L’AQUILA Le segreterie provinciali Rsa aziendali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil trasporti, Faisa-Cisl, Ugl intervengono con una nota sui tagli all’Ama (Azienda per la mobilità aquilana). «Inaccettabile», scrivono, «il piano industriale presentato alle organizzazioni sindacali. Nessuna riorganizzazione o razionalizzazione si intravedono nel piano illustrato. Si tratta, senza giri di parole, di un taglio lineare al servizio. Un taglio pesante di oltre 500mila km, accompagnato da un contestuale aumento delle tariffe. Non condividiamo l’impostazione data, non si definiscono le priorità, si taglia lì dove si dovrebbe potenziare. Si taglia soprattutto sulle linee a servizio dell’Università portando la frequenza delle corse dagli attuali 40 minuti ai futuri 80. Certo, non si può dire che si rende un servizio alla città che punta alla sua università. Pensare di raggiungere l’obiettivo dell’aumento della bigliettazione diminuendo l’offerta ci pare una illusione. Noi continuiamo a sostenere che l’azienda e il servizio reso a oggi, che certamente può essere migliorato, costino di più di quanto la proprietà si accinge a riconoscere con il nuovo contratto di servizio. Ci pare un paradosso sostenere che bisogna trattenere i giovani in città e contestualmente si taglia il principale servizio a essi rivolto. Un servizio già oggi insufficiente ma che», secondo i sindacati, «con tale piano industriale rischia di essere evanescente e certamente costringerà tanti cittadini a non poterlo utilizzare. In questi ultimi anni si è condivisa la necessità di portare il servizio nella città diffusa che oggi conosciamo. Per farlo, visto il blocco delle assunzioni, si è condiviso con la proprietà la necessità di favorire l’ingresso di personale da altre partecipate. Ora bisogna essere conseguenti con la scelta fatta e far sì che Ama possa continuare a garantire quel livello di servizio che con tanta fatica e con operazioni meritorie si è messo in campo. Vengono poi gli aspetti occupazionali. Il piano presentato certificherebbe 12 esuberi nell’organico Ama e un numero ancora non quantificato nell’azienda subaffidataria anch’essa coinvolta nei tagli. Certo, non è ciò di cui si ha bisogno in questa città. Tutto questo ci viene presentato come inevitabile, ma noi crediamo che di maggiori risorse vi sia bisogno in questo settore se davvero si vogliono trattenere nella nostra città giovani e meno giovani. Bisogna farlo, inoltre, perché proprio per effetto della crisi vi è una maggiore domanda di trasporto pubblico. Per tali motivi non possiamo condividere il piano industriale presentato, che, a nostro avviso, rischia di segnare la fine dell’azienda e del servizio ai cittadini. I dipendenti di Ama hanno, in questi difficili anni, difeso la loro azienda, stentano ancora a ritrovare una normalità nel servizio, ma la misura presentata rischia di vanificare gli sforzi compiuti. Per tali ragioni chiedono con forza modifiche al piano presentato e di adottare le misure necessarie a migliorare il servizio». I sindacati si dicono pronti a discutere: «peccato che l’incontro programmato è saltato per indisponibilità aziendale, che ha fretta di applicare i tagli ma poco tempo per il confronto».