PESCARA Ancora ventiquattro ore e sapremo di che «morte» deve «morire» la telenovela del centrodestra al Comune di Pescara. Il vertice decisivo in programma ieri pomeriggio è stato spostato a oggi e la circostanza che si tratta del 1° aprile puzza lontano un miglio di pesce. ma non lo dite a Pagano, Masci, Chiavaroli, Petri e agli stessi duellanti Testa e Mascia, sennò si offendono. Pesce d'aprile a parte, il coordinatore regionale di Forza Italia ha incontrato nuovamente, in maniera informale, il sindaco uscente. Pagano aveva intenzione di chiedergli il passo indietro nel caso in cui ricevesse un incarico di prestigio. Guarda caso, ieri in Consiglio comunale girava la voce che il sindaco sarebbe in procinto di accasarsi a Finmeccanica, mica una holding qualsiasi. Mascia però ha gelato Pagano: «Gli ho ribadito per la centesima volta - sentenzia - che sto aspettando di essere presentato come candidato ufficiale della coalizione di centrodestra. Scuse non ce ne sono più per ritardare ulteriormente questo passo essenziale». Pagano si è ritrovato, quindi, con le armi spuntate e ha dato appuntamento a tutti per oggi pomeriggio. Del resto, ha aggiunto Mascia, il tempo stringe «e io devo attrezzarmi anche per la campagna elettorale, con la scelta di un'agenzia, l'affissione dei manifesti, con tutto quel che segue. Non posso ritrovarmi in queste condizioni a ridosso di Pasqua». Il sindaco aveva pensato alla Mirus di Michele Russo, ma il dribbling del presidente della Gtm, scelto da Guerino Testa, lo ha lasciato sul posto e ora il sindaco deve guardare altrove. «Arrivare secondo sulla pubblicità elettorale non è un dramma», scherza, «quel che conta è arrivare primo il 25 maggio». Di certo in settimana cominceremo a vedere i primi manifesti 6.3 in città Roberto Petri, coordinatore di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, aveva lanciato domenica un ultimatum: «O decidiamo lunedì o rompiamo», minacciando le primarie per sfilarsi dal centrodestra e presentarsi con un proprio esponente alla Regione e al Comune. Ma di fronte alla richiesta di Pagano, accettata peraltro dagli altri partner, quello di Petri si è rivelato un penultimatum. Per una volta, però, si possono fare le previsioni del tempo senza tema di essere smentiti: il centrodestra andrà al voto con due candidati sindaco che giocheranno a rischiatutto. Prospettiva sempre più vicina che è aborrita dal presidente della commissione elettorale di Forza Italia, Altero Matteoli, ma ormai inevitabile stante la volontà del sindaco uscente di non mollare la presa e del suo sfidante di diventare il nuovo inquilino a Palazzo di Città. Prospettiva che il ccordinatore «azzurro» Pagano teme da matti ed è convinto ancora di scongiurare, mentre la sua collega di Ncd, la senatrice Federica Chiavaroli, non ha paura avendo molto meno da perdere. Un altro rischio che forse qualcuno ha sottovalutato viene dalla destra dura e pura di Fratelli d'Italia, fedele nei secoli fino a prova contraria, ma disposta a rovesciare il tavolo se non si trova la quadratura. Petri ha avvertito Pagano di aver accettato il confronto odierno «solo per spirito di servizio», come dire «per carità di patria», promettendo che «se non si decide neanche oggi, il coordinamento regionale del partito, previsto per domani, sceglierà la via autonoma sia alla Regione sia al Comune di Pescara».