Tra i tanti problemi aperti nei trasporti, che sono oggetto del dibattito congressuale e delle proposte Filt, il tpl costituisce una vera e propria emergenza di carattere nazionale. "Bisogna promuovere la riorganizzazione industriale attraverso processi di aggregazione e integrazione gomma-ferro, con la creazione di aziende di dimensioni almeno regionali, sapendo che sono procesi che vanno decisi dalla politica". A dirlo è il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, nella relazione introduttiva al X congresso della categoria in corso a Firenze. "Rivoltare e riorganizzare il settore è un processo impegnativo per il lavoro, ci sarà molto da cambiare e molta contrattazione nel cambiamento, ma rimane l'ultima speranza per dare una risposta al bisogno di servizio pubblico e, per i lavoratori, l'unica possibilità di ricostruire le condizioni per il contratto della mobilità, scaduto ormai da sei anni e mezzo".
"Nel trasporto ferroviario, invece, gli effetti negativi della mancata regolazione dei processi di liberalizzazione e la costante riduzione delle risorse disponibili per la contrattuaizzazione dei servizi che non si sostengono per ricavi da tariffa hanno prodotto la progressiva e costante diminuzione di offerta. Insieme alla crisi del trasporto regionale, la liberalizzazione senza regole introdotta in modo spericolato nel sistema ferroviario italiano, ha svuotato le linee ferroviarie dei treni a media e lunga percorrenza del servizio universale".
"La concorrenza in ferrovia si è presentata nell'Alta velocità e nei pochi collegamenti merci remunerativi per l'investimento. Si discute invece della definitiva separazione di Rfi dalle attività di trasporto, che costituirà il colpo definitivo alla possibilità di disporre nel nostro paese di un trasporto ferroviario al servizio della buona economia e dell'equilibrio modale e ambientale nel sistema dei trasporti. Reserà solo il servizio a mercato, con il sovrapprezzo per il paese e per i lavoratori del tracollo di Trenitalia della cancelazione di un'altra grande impresa nazionale immolata alla causa ideologica del mercato e della concorrenza e degli interessi che sostengono tali scelte".
Nel trasporto aereo si concentrano tutti i danni della cattiva politica e della mancanza di regolazione. "La concorrenza lasciata senza regole ha prodotto vantaggi, spesso consistenti, per gli operatori più spregiudicati, come nel caso dei vettori low cost, che si sono liberamente impossessati della crescita costante della domanda senza rispettare contratti e diritti del lavoro e trovando il modo di non pagare tasse e contributi in Italia e ricevendo, come Ryanair, addirittura ricche compensazioni dagli enti locali dove porta i propri voli. Nel settore si è assistito al rovesciamento della libera concorrenza il mercato punisce chi rispetta le regole e premia la pirateria che approfitta della debolezza del sistema. Così mentre la concorrenza si è insediata in tutta libertà, i vettori italiani hanno vissuto crisi distruttive: è il caso di Alitalia e Meridiana, e l'intero sistema aeroportuale ha registrato una gara tra gli operatori dei servizi, che ha prodotto condizioni di lavoro insostenibili, fallimenti di aziende con effetti che sono tra più pesanti dell'intero settore dei trasporti: nel rapporto tra lavoratori in cig e mobilità, con il numero complessivo di addetti il trasporto aereo è il comparto che in breve tempo ha espulso la quota più grande di lavoratori dalle aziende", conclude Nasso.
Tra i tanti problemi aperti nei trasporti, che sono oggetto del dibattito congressuale e delle proposte Filt, il tpl costituisce una vera e propria emergenza di carattere nazionale. "Bisogna promuovere la riorganizzazione industriale attraverso processi di aggregazione e integrazione gomma-ferro, con la creazione di aziende di dimensioni almeno regionali, sapendo che sono procesi che vanno decisi dalla politica". A dirlo è il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, nella relazione introduttiva al X congresso della categoria in corso a Firenze. "Rivoltare e riorganizzare il settore è un processo impegnativo per il lavoro, ci sarà molto da cambiare e molta contrattazione nel cambiamento, ma rimane l'ultima speranza per dare una risposta al bisogno di servizio pubblico e, per i lavoratori, l'unica possibilità di ricostruire le condizioni per il contratto della mobilità, scaduto ormai da sei anni e mezzo".
"Nel trasporto ferroviario, invece, gli effetti negativi della mancata regolazione dei processi di liberalizzazione e la costante riduzione delle risorse disponibili per la contrattuaizzazione dei servizi che non si sostengono per ricavi da tariffa hanno prodotto la progressiva e costante diminuzione di offerta. Insieme alla crisi del trasporto regionale, la liberalizzazione senza regole introdotta in modo spericolato nel sistema ferroviario italiano, ha svuotato le linee ferroviarie dei treni a media e lunga percorrenza del servizio universale".
"La concorrenza in ferrovia si è presentata nell'Alta velocità e nei pochi collegamenti merci remunerativi per l'investimento. Si discute invece della definitiva separazione di Rfi dalle attività di trasporto, che costituirà il colpo definitivo alla possibilità di disporre nel nostro paese di un trasporto ferroviario al servizio della buona economia e dell'equilibrio modale e ambientale nel sistema dei trasporti. Reserà solo il servizio a mercato, con il sovrapprezzo per il paese e per i lavoratori del tracollo di Trenitalia della cancelazione di un'altra grande impresa nazionale immolata alla causa ideologica del mercato e della concorrenza e degli interessi che sostengono tali scelte".
Nel trasporto aereo si concentrano tutti i danni della cattiva politica e della mancanza di regolazione. "La concorrenza lasciata senza regole ha prodotto vantaggi, spesso consistenti, per gli operatori più spregiudicati, come nel caso dei vettori low cost, che si sono liberamente impossessati della crescita costante della domanda senza rispettare contratti e diritti del lavoro e trovando il modo di non pagare tasse e contributi in Italia e ricevendo, come Ryanair, addirittura ricche compensazioni dagli enti locali dove porta i propri voli. Nel settore si è assistito al rovesciamento della libera concorrenza il mercato punisce chi rispetta le regole e premia la pirateria che approfitta della debolezza del sistema. Così mentre la concorrenza si è insediata in tutta libertà, i vettori italiani hanno vissuto crisi distruttive: è il caso di Alitalia e Meridiana, e l'intero sistema aeroportuale ha registrato una gara tra gli operatori dei servizi, che ha prodotto condizioni di lavoro insostenibili, fallimenti di aziende con effetti che sono tra più pesanti dell'intero settore dei trasporti: nel rapporto tra lavoratori in cig e mobilità, con il numero complessivo di addetti il trasporto aereo è il comparto che in breve tempo ha espulso la quota più grande di lavoratori dalle aziende", conclude Nasso.