SULMONA All’indomani del caso che ha coinvolto la ditta Di Nino trasporti di Pratola Peligna, è la Filt-Cgil ad intervenire, auspicando un celere chiarimento della vicenda ed un prossimo clima di serenità e scelte condivise. «Non siamo ovviamente in grado di giudicare se le pesanti accuse siano riscontrabili in fatti concreti ed insindacabili - precisano Franco Rolandi, segretario regionale Filt e Domenico Fontana, segretario provinciale - ma possiamo certamente affermare che il nostro rapporto con l’impresa iniziato circa due anni fa è stato alquanto difficile e complicato, fino ad interrompersi quasi completamente dopo qualche mese». Secondo i due esponenti sindacali, l’azienda Di Nino, «usando come pretesto la crisi», avrebbe voluto riconoscere indennità inferiori ai lavoratori, rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro, «arrivando addirittura a sospendere l’erogazione della quattordicesima mensilità». E i responsabili Filt sostengono di aver avuto «più di una perplessità sui corretti tempi di guida occorrenti per completare ciascun viaggio». Sarebbero state queste le motivazioni all’origine della decisione della Filt di non sottoscrivere l’accordo con l’azienda, nonostante l’impegno del sindacato locale ma anche regionale e nazionale. Successivamente la Filt ha appreso che l’accordo invece è stato sottoscritto dalle altre organizzazioni sindacali, senza però un confronto con i lavoratori. Il sindacato Cgil censura le stesse dichiarazioni della Rsa aziendale. «Comprendiamo ovviamente che in questi giorni il clima in azienda non sia sereno - premettono Rolandi e Fontana - ma non possiamo condividere le dichiarazioni riportate dalla stampa e attribuite alle Rsa aziendali, compresa quella appartenente alla nostra organizzazione, tendenti a minimizzare le difficoltà vissute dai lavoratori, ed ad incensare il clima aziendale». Le difficoltà cui si riferiscono i due sindacalisti riguardano le differenze retributive, il lavoro straordinario e i provvedimenti disciplinari «che troppo spesso ci sono parsi pretestuosi o vessatori».