PESCARA Per essere presente al premio Silone, Gianni Chiodi aveva disertato ieri mattina (provocando qualche mal di pancia nel partito) la presentazione di Luigi Albore Mascia candidato sindaco di Forza Italia a Pescara. Ma si è ritrovato in sala al comune di Pescina Luciano D’Alfonso, candidato governatore del centrosinistra, e dunque suo diretto avversario. Un faccia a faccia forzato che non sarà l’ultimo di questa lunga campagna elettorale. D’Alfonso ha preso la parola durante la cerimonia (Chiodi non ha mai alzato lo sguardo dalle sue carte), ha salutato la premiata suor Laura Girotto, poi ha cercato la stretta di mano col governatore, che ha ricambiato con espressione non troppo convinta. I due hanno cominciato a studiarsi a distanza e a “rubarsi” i candidati nei rispettivi schieramenti. D’Alfonso ha portato via a Chiodi l’assessore Angelo Di Paolo (che venerdì ha tolto le sue carte dall’ufficio in previsione di dimettersi, ultimo dei 58 nomi del centrodestra annunciati dall’ex sindaco), Chiodi ieri ha risposto facendo spazio nella sua Lista del presidente, a un esponente di area Pd di Mosciano Sant’Angelo Ercole Core, presidente dei medici di base della provincia di Teramo. Core è da tempo in attrito col partito locale. Lo scorso gennaio aveva chiesto di candidarsi alle primarie del Pd per la scelta del candidato sindaco a Mosciano. Ma sia il Pd provinciale che la lista Mosciano Democratica avevano detto no alla richiesta perché Core non avrebbe rispettato lo statuto del partito e avrebbe «abbandonato ogni forma di partecipazione alla vita politica della coalizione di centrosinistra». Un Pd che non ha ancora digerito l’offensiva dalfonsiana tra le file del centrodestra. Nei giorni scorsi i consiglieri provinciali dell’Aquila Enio Mastrangioli (capogruppo), Mauro Rai e altri, hanno inviato alle segreterie nazionale, regionale e provinciale un documento critico a proposito della formazione delle liste. Pur dicendosi convinti della candidatura di D’Alfonso, gli esponenti aquilani del Pd affermano di non condividere «il reclutamento, nelle varie liste civiche del candidato presidente, di uomini e donne che, in questi anni e fino a tutt'oggi, hanno ricoperto e ricoprono cariche e ruoli significativi ed esecutivi nelle amministrazioni regionali, provinciali e comunali, del centrodestra», e ritengono «incomprensibile», che il Pd regionale e nazionale, «assistano passivamente all'operazione in atto, che contrasta fortemente con la ventata di rinnovamento e freschezza in atto nel Pd e nel governo del paese e che tanto malessere e imbarazzo stanno provocando tra gli elettori del centro-sinistra». Secondo Mastrangioli, «se non dovesse esserci un netto cambio di marcia, sarà molto difficile che molti di noi parteciperanno in modo attivo alla campagna elettorale.