PESCARA Il centrodestra cambia facce e alleanze in pochi chilometri. Dal lungomare di Montesilvano a quello di Pescara, i candidati sindaco si ritrovano da soli o in compagnia, comunque divisi dai partner della coalizione. A Francesco Maragno, scelto da Forza Italia per Montesilvano, è successo di ritrovarsi con il solo sostegno degli «azzurri». A Luigi Albore Mascia, invece, è toccato l'appoggio di un tris (Forza Italia, Fratelli d'Italia e Pescara Futura) che però non è ancora sufficiente per farne il leader condiviso. In entrambi i casi, la costante è l'assenza pesante del Nuovo centrodestra, che ormai va per conto suo, sia a livello nazionale sia nel contesto locale. Dall'hotel Promenade, dove Maragno ha posto la sua bandierina, all'Aurum, dove Mascia è ripartito, c'è stata ieri mattina una transumanza di candidati, aspiranti tali, assessori regionali e comunali, consiglieri e presidenti. E un Pagano onnipresente e supergasato all’Aurum: baci e abbracci con Mascia che l’aveva criticato duramente e poi l’investitura: «Mascia è stato un ottimo sindaco e merita la riconferma, di persone perbene come lui non faremo mai a meno». Un’ora prima a Montesilvano, Pagano aveva lanciato Maragno con lo slogan «È il momento», ma il candidato al fianco aveva solo il coordinatore regionale di Forza Italia, assenti tutti gli altri. A proposito di transumanza c'era invece Deborah Comardi, eletta due anni fa con Sinistra unita, ora tornata alla casa madre con il suo padrino Aurelio Colangelo. «Tranquilli - ha detto Maragno - tempo quarantotto ore e chiuderemo gli accordi, no problem». Se lo dice lui... Spostiamoci di dieci chilometri, direzione pineta dannunziana, nella fabbrica delle idee chiamata Aurum. Un Mascia gasato, in gran forma, decisamente tonico non ha trovato la folla che si aspettava, tant'è che ha premesso: «Qui non vedrete lustrini e paillettes, ma solo sostanza». Infatti, a salutare la ricandidatura del sindaco c'era l'apparato locale del partito, nessun big nazionale, dirigenti e impiegati comunali, oltre a un po' di simpatizzanti extra. Nonostante la favella sciolta di Mascia, è sembrata una festa in tono minore, tant'è che lui ha dovuto ripetere più volte: «Questa è solo una conferenza stampa». Ma non doveva essere la presentazione ufficiale? La sua squadra c'era, eppure fra gli assessori l'unica vera assenza si è notata parecchio. Ci riferiamo a Marcello Antonelli che non ha faticato a spiegare: «Non ce l'ho con Mascia, ovviamente, - il mio dissenso è noto ed è tutto per i vertici nazionali del partito, da Matteoli a Verdini, per quello che hanno combinato in questi mesi. E poi non accetto che gli organi territoriali vengano trattati da sudditi, quando invece dovremmo essere noi, a Pescara, a decidere chi è il miglior candidato». Un aperto dissenso che porterà Antonelli a prendere una decisione clamorosa: «Sto pensando di non candidarmi». Acqua gelata sull'entusiasmo di Mascia che si è lanciato persino in un appello accorato all'unità, tutto rivolto a Guerino Testa: «Sono qui per porre la mia candidatura a sindaco, che è la più legittima, e dico a Guerino di riflettere, di non farsi condizionare da scelte scellerate di altri». Chiaro riferimento alla coordinatrice regionale Ncd Federica Chiavaroli. Un appello che però è caduto nel vuoto, tant'è che Testa lo ha freddato subito: «Vedo che si continua a non capire. Io sono candidato e non faccio il passo indietro. Si rassegnino». Discorso chiuso.