L’Arpa non è più in grado di dare certezze ai dipendenti, tantomeno ai viaggiatori. Una precisa volontà politica ha trasformato un’Azienda che fino a ieri godeva di una condizione virtuosa, classificata tra le migliori aziende del settore sul piano nazionale, e che oggi sconta una situazione di grave criticità soprattutto per colpa di una gestione caratterizzata da scelte inadeguate che hanno contraddistinto l’operato del Presidente Massimo Cirulli con la complicità del Governo Regionale e, quindi, con la condivisione dell’Assessore regionale ai Trasporti.
Il Consiglio di Amministrazione dell’Arpa, supportato da una dirigenza inadeguata, ha deciso vari investimenti senza la necessaria copertura finanziaria tra cui, il più significativo, è stato l’acquisto di autobus che, unitamente ai servizi espletati senza contribuzione pari a 1.500.000 km, hanno determinato in parte le note criticità economiche per le quali sono state trovate soluzioni tampone che ancora non si sono totalmente concretizzate e che non rappresentano nemmeno la soluzione delle problematiche aziendali.
Sul fronte dell’organico, ormai ai minimi storici, si registra un ricorso esasperato del lavoro straordinario che supera ogni limite legale. I lavoratori compressi dallo straordinario, effettuano fino a due turni di lavoro al giorno e, per evitare l’interruzione dei servizi, non hanno nessuna certezza sulla concessione delle ferie inoltre non vi è alcuna possibilità che le officine, con l’organico assolutamente insufficiente, possano far fronte seriamente alla sistemazione dei mezzi in modo da garantire i servizi e soprattutto la sicurezza degli addetti e dei viaggiatori trasportati.
L’assunzione di lavoratori “interinali” è un palliativo per le dimensioni dell’Azienda e per la mole di servizi che svolge. É necessaria l’immediata trasformazioni di tutti i Part-Time in Full-Time e l’assunzione a tempo indeterminato di almeno 40 autisti e 20 meccanici. La spending review aveva lo scopo di eliminare gli sprechi, le duplicazioni di corse ma soprattutto l’eliminazione di poltrone occupate dai tanti dirigenti super pagati e poco funzionali al ruolo nonché i consigli di amministrazione pletorici e baluardo spesso di “fedeli amici della politica”.
Come prima ipotesi si è prevista la fusione delle tre aziende pubbliche di trasporto Abruzzesi, quindi, la creazione di un soggetto trasportistico forte in grado di dare risposte adeguate alla mobilità abruzzese. Per questo motivo è stato impegnato anche il Consiglio Regionale che, con una apposita legge, ha disciplinato tempi e modi per la unificazione delle tre aziende stabilendo come termine per la conclusione dei lavori il 30 giugno 2012. L’iter però, è stato fortemente osteggiato da gruppi politici riferiti alla maggioranza del Governo Regionale e dai C.d.A delle stesse Aziende concludendosi con un nulla di fatto.
Il dubbio che ci fosse una regia che vorrebbe l’Arpa allo sfascio piuttosto che risanata è diventata una certezza. I lavoratori dell’Arpa si schierano al fianco di tutti i viaggiatori, chiedono la loro comprensione per le azioni e le procedure che verranno intraprese per un immediato cambio di rotta a garanzia di una mobilità adeguata alle necessità degli abruzzesi e a tutela anche di un capitale regionale come quello rappresentato dall’Arpa.
Un esempio concreto di grave criticità, è proprio il prestito ponte di 10 milioni di euro che Arpa riceverà dalla Regione Abruzzo per poter garantire la liquidità alla Società e quindi il pagamento dei dipendenti e dei cospicui debiti per i quali i creditori stanno in paziente e preoccupante attesa.
Costi standard, saldi derivanti dai crediti vantati dalla stessa azienda nei confronti della Regione ed inserimento dei chilometri non contribuiti nel documento di riprogrammazione, sono rimasti capitoli vuoti: si va verso altri tagli che equivalgono alla riduzione di altri servizi. Coloro che avevano preannunciato l’imminente risanamento dell’Arpa, definiti dilettanti allo sbaraglio, si sono dovuti ricredere, specialmente dopo le affermazioni dell’Assessore Morra ma, soprattutto, quelle del Presidente Cirulli che non ha esitato a definire il prestito ponte una misura tampone che consentirà semplicemente di allungare di qualche mese la situazione di agonia e di incertezze. L’operazione non interviene direttamente sul problema che è soprattutto di natura economica oltre che finanziaria.
Il decantato progetto di fusione delle tre aziende pubbliche abruzzesi che, sulla base delle tante dichiarazioni rese pubbliche dall’assessore Giandonato Morra avrebbe dovuto ricevere il via libera definitivo dal Consiglio Regionale entro la fine dell’anno, non solo si è arenato, ma non e stato più nemmeno sfiorato dalla politica. Solo in questi giorni, all’apertura della campagna elettorale per le prossime elezioni regionali, il Governatore Chiodi si è reso disponibile ad esaminare la fusione delle tre aziende del trasporto pubblico regionale. La realtà è che il Governatore Chiodi ha bisogno di queste aziende come il pane e non intende assolutamente rinunciare alla grande opportunità di utilizzare le tre imprese pubbliche quale straordinario strumento per distribuire incarichi ed assegnare le numerose poltrone.
Le R.S.A. Arpa Avezzano