PESCARA Centrodestra, un ticket lo salverà. L'ultima speranza di non andare divisi alle elezioni comunali e, quindi, di uscirne con le ossa rotte si chiama appunto ticket. Con l'uno sindaco e l'altro vice sindaco, prospettiva alla portata trattandosi di esponenti di due partiti diversi della stessa coalizione. Una prospettiva che ovviamente ciascuno dei contendenti interpreta a modo suo: Luigi Albore Mascia si ritiene "il più forte" in virtù di un partito strutturato, e vuole che sia Guerino Testa a fare il passo indietro e ad allinearsi, andando in tandem al voto. Testa, di contro, è arcisicuro di avere molti più consensi del rivale, benché il suo partito, Ncd, non abbia pedigree e sia un neofita assoluto delle elezioni. «Sono io il migliore», recita il presidente della Provincia, ergo dev'essere Mascia a fare dietrofront e ad affiancarlo nella corsa. Il ticket, a conti fatti, è il solo biglietto valido per salvare la patria del centrodestra pescarese. Ancora ieri, Mascia è parso fiducioso, ma senza farsi illusioni: «Se una buona volta mettessimo da parte le contrapposizioni, sarebbe la soluzione ideale. E di tempo, se vogliamo, ce n'è ancora per sbloccare la situazione. Serve uno sforzo di volontà e la capacità di fare autocritica, mi auguro che alla fine prevalgano questi due aspetti». Un augurio, più che una certezza quella del sindaco uscente. Le stesse prerogative che Testa chiede a Mascia, galvanizzato «dai consensi che verifico in città da molti mesi - dice e dai numeri. Perché se al Circus c'erano più di mille persone e all'Aurum poche centinaia un motivo ci sarà, o no?». Fra i motivi, ad essere onesti, c'è anche una diversa organizzazione dei due "eventi" anche nella tempistica. «Questo però non spiega tutto - ribatte il candidato del Nuovo centrodestra - se è vero che i numeri e l'entusiasmo sono un ottimo termometro per valutare la febbre elettorale». Testa, insomma, non se ne dà per inteso e rifiuta ogni appello all'unità, a non far regali alla sinistra o al Movimento 5 stelle, come paventa il coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano e gli altri esponenti degli "azzurri». Ma c'è un fatto che, più di ogni altro, conforta l'aspirante sindaco ed è che Mascia non ha ancora fatto affiggere i manifesti in città, mentre lui è partito da un pezzo. Un segnale che infonde ottimismo a Testa circa una possibile marcia indietro dell'ex amico. Ma il temporeggiatore Mascia gela subito l'avversario: «Se non sono ancora partito con i manifesti non è certo per questo motivo, anzi. La candidatura di un sindaco uscente non è come una candidatura qualsiasi». Non male come stoccata, e quel che segue è persino meglio: «Ho visto in giro manifesti improbabili, io so che per il battage pubblicitario c'è tempo a sufficienza, devo valutare tutte le cose in maniera certosina, dallo slogan ai programmi. E poi, come si dice dalle nostre parti: partenza a razzo...». Censuriamo la parte più icastica del Mascia-pensiero, fermo restando che la stoccata numero due a Testa è di quelle da togliere la pelle. Mentre le "diplomazie" di Forza Italia e Nuovo centrodestra lavorano a rimettere insieme i cocci, registriamo che sono tre i fronti di guerra fra i due rivali: i numeri sulla partecipazione alle rispettive presentazione, i manifesti e a chi toccherà staccare il ticket della fortuna.