PESCARA Incassata in pieno l’intimidazione velata di Michele Russo che aveva annunciato un ricorso alla Corte dei Conti per i danni provocati dai ritardi nei lavori sulla filovia, il sindaco di Pescara, a sorpresa, ritorna sui suoi passi. Dopo aver chiesto, lo scorso 25 marzo, la sospensione della tesatura dei cavi elettrici in attesa della decisione del Tar, in programma il 3 luglio, ora il primo cittadino fa retromarcia. «Non ha senso fermare un’opera appaltata tanto tempo fa – ha detto -. Nei prossimi giorni valuteremo con attenzione tutti i provvedimenti giuridici citati dalla Gtm, poi sarà rilasciata a Balfour Beatty la delibera per la consegna del primo tratto interessato dai lavori di elettrificazione, tra via Muzii e Le Naiadi». Nel frattempo, accantonata la guerra epistolare tra Mascia e il presidente della Gtm, le associazioni ambientaliste e il comitato per la tutela della strada parco non si lasciano intimidire e fanno risentire la loro voce con un esposto alla Corte dei Conti. «Vi preghiamo di impedire il cattivo impiego dei fondi pubblici, onde salvaguardarli per una destinazione più proficua, che sia davvero consono alle effettive esigenze di trasporto dei cittadini di Pescara e Montesilvano – si legge nell’esposto. Una sospensione proprio in attesa del fatidico 3 luglio, quando il Tar dovrà pronunciarsi in merito ai ricorsi pendenti sulla strada parco. Data alla quale mancano quasi tre mesi, tempo più che necessario «per proseguire opere irregolari e illegittime, tuttora prive di titolo ambientale, a danno e beffa dei cittadini». A far insorgere le associazioni e il comitato, alcune delle affermazioni contenute nella lettera di risposta inviata al sindaco Mascia dal presidente della Gtm. Nella sua missiva, Russo aveva sottolineato che il comitato Via, a settembre, avesse ridato impulso ai lavori sulla filovia. «Niente sospensioni, nuovi ritardi non sono più accettabili - ha detto. Due i motivi. Il primo riguarda la perdita economica subita dall’appaltatrice. Il secondo, invece, è riferito al termine limite per l’immatricolazione dei sei mezzi che circoleranno sul nuovo tracciato elettrificato, ossia entro al fine dell’anno». Motivazioni contestate appieno dalle associazioni e il comitato No filovia: in realtà sarebbero «la conferma della volontà comune di eseguire le commesse profittevoli per l’appaltatrice, in altre parole l’elettrificazione superflua del tracciato, al costo presunto di circa 6 milioni di euro, oltre alla fornitura dei sei Phileas al prezzo abnorme di 10,8 milioni di euro».
Le parole di Michele Russo non sono andate per niente giù neanche a Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine determinate, da sempre in prima linea per la rimozione degli ostacoli sull’ex tracciato ferroviario. «Sia chiaro, la tempistica dell’eliminazione delle barriere non la può decidere il singolo cittadino, né alcuna associazione», aveva dichiarato ieri il presidente della Gtm. «Chi percepisce il denaro dei cittadini, come il signor Russo, ha l’obbligo, non la facoltà di dare risposte concrete – incalza Ferrante -. Deve mostrare a tutti i cittadini di Pescara e Montesilvano quali barriere saranno eliminate. E lo deve fare non per il mio capriccio personale, ma perché imposto dal comitato Via e da tutte le norme nazionali e internazionali sull’accessibilità delle opere pubbliche». Ferrante riporta alla memoria l’unico ostacolo soppresso sulla strada parco, ovvero la rampa sulla quale è caduto l’assessore Giandonato Morra mentre sperimentava in prima persona cosa significasse vivere sopra una carrozzina. Una barriera sistemata alla bell’e meglio, però, con una pendenza tuttora fuori legge. «ìSignor Russo smetta di prendere in giro la disabilità. Se tutte le barriere vengono eliminate come questo scivolo, lo sperpero di danaro pubblico non finirà mai».