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Pescara, 24/11/2024
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Data: 09/04/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Pedaggio illegittimo» l’Asse resta gratis

A quattro anni dal decreto del 25 giugno 2010 della Presidenza del Consiglio che voleva introdurre il provvedimento, c’è una sentenza definitiva del Consiglio di Stato grazie alla quale lo spauracchio dell’asse attrezzato a pagamento è finalmente svanito. A darne notizia, con soddisfazione, è stato Guerino Testa, presidente della Provincia che aveva promosso il ricorso, «azione avviata in completa solitudine» dichiara oggi Testa, a vittoria ottenuta, non senza polemica con chi avrebbe potuto e dovuto allearsi con lui in questa battaglia, leggi i sindaci del territorio.
Se il decreto fosse stato applicato, sarebbe stata una stangata pazzesca soprattutto per quanti, specie i lavoratori pendolari, usufruiscono dell’asse ogni giorno per raggiungere il posto di lavoro dall’entroterra pescarese e dal Chietino. Si accese anche una disputa - accesa dal consigliere comunale Renato Ranieri - sulla effettiva proprietà della strada: l’asse risultò del Consorzio Asi, ma è l’Anas a gestirlo e dunque sarebbe stata quest’ultima società ad incassare i cospicui pedaggi. In questi quattro anni la battaglia legale ha fatto passi avanti anche quando il timore della stangata sembrava ormai superato. Spiega Guerino Testa: «La sentenza del giudice di secondo grado ha accolto tutte le istanze promosse dalla Provincia con il ricorso amministrativo che è stato seguito dall’avvocato Giorgio Fraccastoro, legale con studio in Roma ma di origini pescaresi». Testa ricorda che già a luglio 2010 il Tar aveva sospeso l’efficacia del decreto, riconoscendo le ragioni avanzate dalla Provincia. «Con la sentenza del Consiglio di Stato, sono stati stabiliti nel merito alcuni principi» aggiunge Testa. E cioè: il ricorso meritava comunque di essere trattenuto in decisione perché sia al Provincia, sia l’Anas avevano diritto di conoscere la legittimità o meno del decreto, giudicato infine illegittimo; alla Provincia è stato invece riconosciuto come legittimo l’intervento a tutela degli interessi della collettività.
Nel merito, l’illegittimità del decreto è consistita principalmente nel non aver previsto un meccanismo del “chi usa paga”. Il pedaggio andava corrisposto all’uscita del casello dell’A25 Chieti-Pescara a prescindere dal fatto che un automobilista imboccasse o meno l’asse attrezzato. Inoltre la somma da pagare era uguale per tutti, senza differenze tra classe del veicolo e chilometri da percorrere. «E’ stata sventata l’applicazione di una gabella ingiustificata e penalizzante, specie in un momento di crisi come quello attuale - conclude Testa -. Ribadisco, come già in passato, la mia soddisfazione per questo risultato soprattutto perché la Provincia di Pescara si è battuta in completa solitudine per raggiungerlo».

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