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Pescara, 24/11/2024
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Data: 10/04/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Alleanze e appello le spine di D’Alfonso. Borrelli: con lui, ma...

Il candidato del centrosinistra: sono certo di essere assolto
Ma Pagano: se condannato dovrai lasciare. Le critiche di Sel

«Ho stigmatizzato il comportamento irresponsabile di Forza Italia. Per senso di responsabilità, convinti che Gianni Chiodi meriti di continuare a guidare l’Abruzzo, il Nuovo Centrodestra lo appoggerà : uniti si vince». Così la senatrice Federica Chiavaroli, vice-capogruppo Ncd, cancella gli ultimi tentennamenti dopo la rottura con Fi sul candidato a sindaco di Pescara. Decisivo un incontro a Palazzo Madama. La settimana scorsa era stata la stessa senatrice a minacciare il sostegno alle regionali.PESCARA Ora è ufficiale. Il presidente della Fondazione Pescarabruzzo Nicola Mattoscio è candidato al Parlamento europeo con il Pd. Il suo nome è inserito al posto n° 12 della lista dei candidati della circoscrizione Sud. Il nome di Mattoscio era stato fatto più volte fra i candidati dell’uno e dell’altro schieramento. La lista è così composta: la deputata Pina Picierno al primo posto, quindi Michele Emiliano (sindaco di Bari e segretario regionale pd Puglia), Gianni Pittella (vice presidente uscente al parlamento europeo ), Anna Petrone (consigliere regionale), Elena Gentile (assessore regionale), Andrea Cozzolino (eurodeputato uscente), Pino Arlacchi (eurodeputato uscente), Massimo Paolucci (deputato), Mario Pirillo (eurodeputato uscente),Giuseppe Ferrandino (sindaco Ischia ),Mario Serpillo (presidente unione coltivatori italiani), Nicola Mattoscio (docente università di Chieti e Pescara), Roberta Capone (vicepresidente Iusy international union of socialist youth), Mario Maiolo (consiglio regionale Calabria ),Milena Miranda (avvocato),Rosaria Leserri (direttivo circolo di Ginosa Taranto) e Nicola Caputo (consigliere regionale).PESCARA Sono diventate le "spine" di Luciano D'Alfonso, in vista delle regionali del 25 maggio. Non sono soltanto le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto, ma è soprattutto la serie di candidati definiti scomodi o inopportuni, con tanto di veti da parte degli alleati Sel e Idv. I nomi che più fanno discutere sono quelli dell'ormai ex assessore della giunta Chiodi Angelo Di Paolo e di Giorgio D'Ambrosio, già presidente dell'Aca, soprattutto dopo il clamore della vicenda Bussi e dell'inquinamento dei pozzi dell'acquedotto pescarese. Altro problema, seppur minore, per D'Alfonso può essere rappresentato da Abruzzo Civico. «Appoggiamo il candidato del centrosinistra», annuncia il coordinatore del movimento Giulio Borrelli, «ma se dovesse essere condannato (processo “Housework”) per corruzione in appello e decidesse di non dimettersi, siamo pronti ad uscire dalla maggioranza e a rivedere il nostro appoggio». D'Alfonso, però sembra avere pochi dubbi: «Tecnicamente non posso che essere assolto perché la portata delle accuse è stata svilita dalla nettezza delle motivazioni dell'assoluzione in primo grado», sottolinea l'ex sindaco di Pescara, che ipotizza anche l'inammissibilità della richiesta di appello. «In caso di condanna in appello, Luciano D'Alfonsonon dovrà dimettersi: sarà il presidente del Consiglio dei Ministri asospenderlo per diciotto mesi dalla carica, come prevede l'articolo 8 della"legge Severino" per le sentenze di condanna non definitive»: gli risponde il presidente regionale di Forza Italia, Nazario Pagano. Intanto il Pd, dopo la ratifica completa delle liste di Chieti e Teramo, è al lavoro su quelle dell'Aquila e di Pescara. Alcune candidature, infatti, creano malcontento. Ne è un esempio quella di Andrea Gerosolimo, ex Udc, nella Valle Peligna, ma il problema principale resta Giorgio D'Ambrosio. Sel ha posto il veto . Anche dal Pd nazionale l'indicazione è stata quella di dare la priorità alla tenuta della coalizione. E' dunque in capo alla direzione provinciale pescarese e a quella regionale del Pd trovare una soluzione tenendo presente che ieri il Pd di Bussi ha fatto sapere in una lettera alla segretaria Francesca Ciafardini non solo di non sostenere quel tipo di candidature, ma di dichiararlo pubblicamente in tutte le sedi. Sull caso Di Paolo interviene il segretario regionale dell'Idv, Alfonso Mascitelli, secondo cui «la questione delle candidature provenienti dalle giunte di destra non può più essere una questione riservata alle scelte del solo candidato presidente. Non si tratta di escludere qualcuno e salvarne qualcun altro», dice il segretario, «ma di stabilire un criterio semplice e trasparente che valga per tutte le candidature». Sulla stessa linea Sel. L’assessore comunale dell’Aquila, Betty Leone, il consigliere comunale e candidato per L’Aquila, Giustino Masciocco e il coordinatore regionale, Marino Bruno dicono che non intendono restare a guardare inerti «a questa costruzione non di una coalizione, ma di larghe intese che non ci vede favorevoli e che penalizza l’entroterra abruzzese». Gli esponenti di Sel, che già studiano altre alleanze, ad esempio con il Partito di rifondazione comunista e con Italia dei valori, si dicono anche disposti ad andare da soli al voto «se non saranno create liste di qualità e senza transfughi dal centrodestra ». «Fra indagati, imputati, transfughi last minute e finti moralisti, l'Abruzzo dei “Listo-Partiti” continua ad esprimere il peggio di sé», è il commento della candidata presidente per il Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi.

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