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Data: 11/04/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Nomine, Renzi accelera la partita sul suo tavolo. E spunta Moretti per il gruppo della difesa

ROMA Questione di ore ormai. Il nodo delle nomine delle grandi società di Stato sta per essere sciolto. Matteo Renzi ha lavorato alacremente al dossier negli ultimi due giorni insieme ai sottosegretari Graziano Delrio e Luca Lotti. Si è confrontato anche con gli alleati di Ncd, Angelino Alfano e Maurizio Lupi. Come sempre il premier ha sentito tutti ma sulle scelte finali, soprattutto su quelle dei presidenti, vuole avere l’ultima parola. Ieri Delrio ha spiegato che le scelte verranno fatte in base alla «qualità delle persone e della loro capacità manageriale», oltre che «della qualità dell'azione delle aziende». Insomma, ha detto il sottosegretario, «bisogna puntare alle strategie industriali anche se è ovvio che dentro c'è anche desiderio di rinnovamento».
LE DICHIARAZIONI
Delrio ha definito la partita delle nomine «una sfida complicata ma necessaria», che si giocherà con «più curricula e meno politica». Dall’altro capo dell’Oceano, da Washington, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha usato parole leggermente diverse. Innanzitutto ha spiegato che le nomine «sono enormemente importanti» e ad esse è legata la «credibilità del governo». Tale importanza, ha spiegato il ministro, dipende dal fatto che «siamo in una situazione molto interessante in cui molta liquidità sta circolando e molti investitori sono pronti a investire ma stanno ancora aspettando la conferma finale di un cambiamento. Credo», ha detto, «che se il governo davvero dimostra che le cose stanno cambiando, il denaro fluirà in nuovi investimenti nel Paese e questo porterà crescita». Rispondendo poi a una domanda sull'identik dei top manager di Finmeccanica, Eni ed Enel, Padoan ha parlato di persone che devono «essere competenti» e «in alcuni casi», ha aggiunto, devono essere «persone nuove».La partita tra Tesoro e Palazzo Chigi non sarebbe ancora del tutto chiusa. Soprattutto per quanto riguarda i presidenti. Renzi vorrebbe una forte componente «rosa». Ma i partiti, ai quali pure è stato chiesto, hanno avuto difficoltà a indicare donne da candidare. I nomi che circolano sono sempre gli stessi: Monica Mondardini del gruppo Cir-Espresso, che tuttavia avrebbe più il profilo dell’amministratore delegato, l’ex vice ministro dela Difesa Marta Dassù, l’ex amministratore di Italtel Patrizia Grieco, l’attuale numero uno di Poste Vita Bianca Maria Farina, Marina Broggi, docente universitario già nei cda di Impregilo e A2A. Più nutrita la schiera di uomini che punta alla presidenza. Oltre a Paolo Scaroni dell’Eni e Fulvio Conti dell’Enel, che ancora puntano ad una riconferma, per il cane a sei zampe ci sono in corsa anche Giampiero Massolo e Claudio Costamagna. Per l’Enel l’ambasciatore Giovanni Castellaneta. Per gli amministratori delegati in pole position restano Claudio Descalzi, attuale capo del settore esplorazione, per Eni e Francesco Starace, a.d. di Green Power, per Enel, mentre per Terna c’è il nome di Aldo Chiarini di Gdf Suez. Più complicata la partita di Finmeccanica. A parte la riconferma di Gianni De Gennaro data ormai per certa, la sfida si sposta sul ruolo di amministratore delegato. A sorpresa, nelle ultime ore sarebbe spuntato il nome di Mauro Moretti, attuale numero uno di Ferrovie che, tuttavia, con Renzi ha avuto un vivace scambio di battute sullo stipendio. Tra le ipotesi circola anche quella di una possibile riconferma dell’attuale a.d. Alessandro Pansa. Resta in corsa anche Domenico Arcuri, numero uno di Invitalia. Nei giorni scorsi, seppure in maniera informale, anche il comitato dei saggi composto da Cesare Mirabelli, Vincenzo Desario e Maria Teresa Salvemini, avrebbe iniziato a dare un’occhiata ai nomi per certificarne il rispetto dei requisiti. I tre saggi si riuniranno tra domani e dopodomani per la verifica finale, dopo che il Tesoro avrà consegnato loro le liste definitive con i nomi scelti. La decisione definitiva, dunque, potrebbe arrivare tra oggi e domani. Solo le nomine di Poste, società non quotata e per la quale quindi non c’è urgenza, potrebbero slittare.

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