Il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi ha accettato le dimissioni dalla carica di Angelo Di Paolo, l’assessore regionale di Canistro passato nel giro di 24 ore dal centrodestra alla lista di centrosinistra con Luciano D’Alfonso candidato-governatore. Con lo stesso provvedimento il presidente ha assunto “ ad interim” le deleghe che aveva Di Paolo (Lavori pubblici, Servizio idrico integrato, Difesa del suolo) fino alla formalizzazione di un nuovo incarico.PESCARA «Il valore della coalizione è sovraordinato a tutto il resto. La segreteria regionale, non avendo ratificato tutte le liste, non ha deciso di non decidere, ma al contrario ha fatto una scelta». Il segretario regionale del Partito Democratico, Silvio Paolucci, dopo i veti e le polemiche di Sel e Idv per candidature definite inopportune, ribadisce che si lavora per garantire la tenuta della coalizione di centrosinistra. Anche da Roma, d'altronde, l'indicazione è di dare priorità alla coalizione. Dopo la ratifica completa delle liste di Chieti e Teramo, il Pd è al lavoro su quelle dell'Aquila e di Pescara. Sembra ormai certo che, proprio per tutelare la coalizione, una delle due candidature marsicane, cioè gli ex assessori della giunta Chiodi Daniela Stati e Angelo Di Paolo, sia destinata a saltare. E, stando alle voci che circolano in ambiente centrosinistra, dovrebbe essere proprio Di Paolo a uscire. Nella Valle Peligna resta il “nodo” sulla candidatura di Andrea Gerosolimo, ex Udc: il Pd deve cercare di mediare con il partito locale, che continua ad essere contrario. Per quanto riguarda Pescara, sarebbe fuori dai giochi Giorgio D'Ambrosio, al centro delle polemiche soprattutto dopo il clamore della vicenda Bussi. L'ex sindaco di Pianella non intende però fare passi indietro e, dunque, sarà il partito a decidere come muoversi. Sul fronte delle Europee, il presidente della Fondazione PescaraAbruzzo, Nicola Mattoscio, già inserito nella lista della circoscrizione Sud, sembra averci ripensato. «C'è stata la mia disponibilità a riflettere, ma non c'è mai stata la mia decisione di candidarmi», dice lo stesso Mattoscio, «questo per un difetto sotto il profilo istituzionale: questa circoscrizione umilia le Regioni piccole come l'Abruzzo e il Molise. In ogni caso ringrazio il Pd, una delle poche proposte positive in campo». C'è poi Luciano D'Alfonso che interviene nuovamente nel dibattito su una sua eventuale condanna in appello. «Valgono per me le leggi che valgono per gli altri, legge Severino in testa. Non sono tipo da leggi ad personam», dice il candidato presidente. E sulla possibilità di una condanna taglia corto Paolucci, che parla di "ipotesi remota"; «un'eventualità su cui, comunque, si dovrà ragionare con la coalizione in base agli accordi presi»