Quando vivevo a New York, per spiegare da quale parte d'Italia vengo, dovevo dire che sono nato in una regione tra Roma e il mar Adriatico. Poi c'è stato il terribile terremoto di cinque ani fa, il G8 dell'Aquila, che ho raccontato seguendo il viaggio del presidente Obama, ed è stato più facile -da allora- indicare ai miei colleghi americani dov'è che sono venuto al mondo. Adesso l'Abruzzo è tornato alla ribalta nazionale, e anche internazionale, per i "giochini d'amore" di un ex assessore con la sua segretaria, per gli scandali ambientali e giudiziari, per un senatore che fa a cazzotti con la lingua italiana e si fregia di un motto: "Amico, fatti li cazzi tuoi". Siamo ridotti così. Chi aveva fatto dell' "abruzzesità" un motivo di orgoglio, prova oggi una qualche vergogna ad andare in giro per l'Italia. Essere schifati e indignati, lamentarsi, sono reazioni naturali e più che giustificate. Serve a poco, tuttavia, se alla rabbia non si unisce una voglia e una capacità di ricostruire la nostra regione, ferma da 20 anni, e preda delle scorrerie di un cèto politico mediocre e vorace. I cambiamenti, però, non avvengono in una notte. Né basta esibire qualche faccia giovane e inesperta. Nei tornanti della storia, vecchio e nuovo sono costretti a convivere, prima di produrre svolte autentiche. Chi si illude di poter prendere la Bastiglia e azzerare il passato, con un colpo solo, non conosce le vicende di tante rivoluzioni ed è poco credibile quando sale in cattedra.
Le svolte e i cambiamenti, per essere veri e profondi, richiedono una maturazione delle coscienze e leadership all'altezza delle sfide. Non esistono scorciatoie costruite sul racconto di frottole o sugli insulti. Non bastano grilli vocianti, messi in campo da qualche click su Internet , soprattutto quando, dietro il volto, esibiscono il nulla. Per risalire dal baratro l'Abruzzo richiede conoscenza dei problemi, una visione concreta, capacità realizzatrice. La spinta deve partire dai territori, dalle nostre comunità, piccole e grandi. Ecco perché abbiamo dato vita al progetto di "Abruzzo Civico", una formazione politica che cerca di coniugare il risveglio dell'orgoglio abruzzese con la necessità di risolvere i problemi del presente. Vogliamo rappresentare la "rabbia costruttiva" della nostra gente. Se la legge elettorale, da noi, non fosse maggioritaria, a turno unico, un fatto che favorisce chiaramente le coalizioni, avremmo presentato -oltre il programma- anche un nostro candidato presidente. Le circostanze impongono di allearsi, se non si vuol disperdere il voto e abbaiare alla luna. Abbiamo chiesto di incontrare pubblicamente, e di trasmettere via streaming, i confronti con gli attuali candidati presidenti. Luciano D'Alfonso, che corre per il centrosinistra, si è presentato all'appuntamento. (Si può rivedere il faccia-a-faccia su www.abruzzocivico.it). Gli altri due (Gianni Chiodi, centrodestra; e Sara Marcozzi, grillina del M5S) hanno dato forfait con scuse diverse. La scelta di "Abruzzo Civico" di allearsi con D'Alfonso, dopo attente valutazioni, è dovuta al fatto che l'aspirante governatore condivide molte idee del nostro programma, è una persona che dimostra una visione concreta, ha dato prova di capacità amministrativa. E, finora, è uscito sempre indenne dalle vicende giudiziarie. Se, nel futuro, le decisioni della magistratura dovessero essere diverse, non aspetteremmo un minuto di troppo a trarne tutte le conseguenze politiche e a ritirare il nostro appoggio. Noi siamo garantisti e analogo comportamento lo abbiamo nei confronti di chiunque è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. Un grande maestro del giornalismo, Indro Montanelli, invitò -tanto tempo fa- a votare DC turandosi il naso. Noi non vogliamo ripetere quell'appello, ma chiediamo agli elettori abruzzesi di confrontare le proposte, di valutare le personalità, di considerare che cosa hanno fatto nella vita, quali sono i reali risultati che possono vantare. Invitiamo tutti a tenere ben desti i sensi e le intelligenze. Noi, da parte nostra, saremmo la coscienza critica di un fronte innovatore, che vuol fare dell'Abruzzo un luogo migliore.
(*) Coordinatore politico e portavoce di "Abruzzo Civico"