PESCARA Secondo radio-elezioni, Luigi Albore Mascia ha fatto un lungo giro di valzer sulle poltrone di enti eccellenti. Dal Coni all'Agcom, dalla Corte dei Conti a Finmeccanica, sembra che il sindaco uscente di Pescara fosse più ambito di Figaro. Ci hanno provato i suoi di Forza Italia a convincerlo a compiere il passo indietro, e qualcuno come Nazario Pagano a parole dice ritentare la sorte. Ci ha provato due volte persino Angelino Alfano, e in due riprese: la prima a Roma e la seconda a Bologna. Ma senza risultati di sorta se è vero che Mascia è oggi più deciso che mai a giocarsi la terza candidatura, la prima con un avversario nella stessa coalizione. Il retroscena più gustoso è quello che porta al segretario nazionale del Ncd che avrebbe "offerto" al sindaco un importante incarico ministeriale, sancito da una lettera contenente dettagli su competenze ed emolumenti, una lettera arrivata a destinazione e mai rispedita al mittente da Mascia, lasciata a "maturare" sullo scrittoio in Municipio. Il retroscena di un mese fa ha dato la stura ad altre trattative rimaste in piedi per un po' prima di naufragare miseramente. Anzi, il tourbillon di incarichi (veri o presunti) ha finito con l'alzare la posta nella trattativa fra Nuovo centrodestra e Forza Italia. Con essa è aumentata la tigna del sindaco uscente, arrivata al diapason due settimane fa quando Guerino Testa, giocando d'anticipo, è partito con la sua campagna elettorale, riempiendo il Circus con oltre mille persone. Da quel momento in poi, Mascia ha giurato a se stesso, prim'ancora che alla madre-matrigna Forza Italia, che non avrebbe mollato di un centimetro. E si sta comportando di conseguenza, tant'è che dopo la presentazione di sabato scorso all'Aurum, ieri ha annunciato "l'avvio ufficiale della campagna elettorale, con slogan, manifesti, e tutte le tappe di avvicinamento al voto". Partirà, la nave di Mascia partirà, dove arriverà questo non si sa. Ma non sarà di certo come l'Arca di Noè, nel senso che Mascia non vuole imbarcare amici dell'ultimora, gente poco convinta o transfughi in servizio permanente effettivo. Se sfida dev'essere con l'ex amico Testa, vuole avere al fianco solo i duri e puri che non si fanno tentare dal canto delle Sirene. "Volete sapere quando partirò? Diciamo tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima", chiude in maniera sibillina. Muti, ma non rassegnati, quelli del centrodestra si preparano allo scontro frontale, una sorta di primarie al buio, mentre in tanti avrebbero voluto primarie vere per presentarsi il 25 maggio con un candidato più forte e per togliere alibi agli sconfitti. Ma questa storia non è stata scritta, quella ancora da scrivere parla di una campagna acquisti permanente, senza esclusione di colpi, dove il fronte dei fedelissimi di Mascia si sta sgretolando. A parte quelli già acquisiti dal Nuovo centrodestra passando per il Pdl (Massimo Pastore, Livio Marinucci), dall'Udc (Andrea Salvati) e da Pescara Futura (Alfredo Cremonese), ve ne sono altri tre in procinto di lasciare la via vecchia per la nuova. Si tratta di Michele Di Marco (Pescara Futura), Augusto Di Luzio e Roberto Carota (Forza Italia). Con Mascia restano tutti gli assessori, compreso il "dissidente" Marcello Antonelli e i consiglieri "azzurri". Basterà per respingere l'assalto di Testa-cuore? Ai poster l'ardua sentenza.