ROMA Matteo Renzi incontra James Hogan, pronto a presentare l’offerta di Etihad per la quale Alitalia ha convocato il consiglio. Ieri sera l’ad della compagnia di Abu Dhabi ha informato il premier, che era affiancato da Graziano Delrio, sui termini della proposta in arrivo a Cai, come hanno confermato anche fonti di palazzo Chigi. Dopo una settimana di negoziati fra Gabriele Del Torchio, gli uomini di Hogan, affiancati dai rispettivi consulenti, per affinare le linee guida del piano industriale trasmesso venerdì scorso tramite gli advisor, è giunto il momento di mettere al corrente i rappresentanti dei soci. E ieri il presidente Roberto Colaninno ha convocato il board per lunedì 14, alle ore 15,30 a Milano. La scelta della sede è per non scombussolare troppo le agende spostando i consiglieri su Roma. Sul tavolo l’informativa sullo stato di avanzamento delle trattative con Etihad. In vista di questa scadenza, le prossime ore saranno caldissime. Hogan e Del Torchio entro il week end condivideranno la struttura dell’operazione, in modo che al board possa arrivare una proposta più definita. L’offerta comunque non dovrebbe essere vincolante, ma condizionata al raggiungimento di alcuni obiettivi. Di sicuro gli arabi non vogliono trattare con i sindacati la riduzione del costo del lavoro, ma dovrebbe essere il team di Del Torchio a sedersi al tavolo: da Uilt e Anpac sì al negoziato, no ad azioni unilaterali. La riduzione dei posti di lavoro per raggiungere il 50% dei risparmi dovrebbe attestarsi attorno ad altre 3 mila unità. Nella lettera non dovrebbero esserci nemmeno grandezze finanziarie precisate: quote e relativo esborso dipenderanno dalla valutazione: Alitalia dovrebbe lanciare un aumento di capitale dell’ordine di 250-300 milioni. Una delle opzioni è di lasciare l’aumento aperto per dare la possibilità a tutti i soci, eventualmente, di seguire Abu Dhabi che prenderebbe il 40-45%.
RITORNA IL ROMA-PECHINO
Gli arabi chiedono garanzie sulla revisione del sistema dei trasporti chiamando in causa il governo per integrare l’Alta Velocità con Fiumicino e Linate. Volendo puntare sul medio-lungo raggio e ridurre il domestico (Roma-Milano), è necessario avvicinare il treno a Fiumicino e Linate per smaltire il traffico. Per quest’ultimo scalo poi verrebbe chiesto al governo di liberalizzare gli slot in modo da raggiungere anche le città europee non capitali. Ma dal nuovo network deve arrivare la spinta ai ricavi, potenziando l’intercontinentale. Alcune tratte sono decise: dopo due anni verrà ripristinato il Roma-Pechino e verranno aumentate le frequenze con il nord America (New York, Los Angeles, Chicago) e il sud America (Brasile e Argentina). Naturalmente Etihad vuole incrementare le rotte con Abu Dhabi: oggi c’è un volo da Milano, gestito dalla compagnia araba e uno da Fiumicino (Cai). L’impulso sul traffico internazionale serve per intercettare i visitatori verso l’Expo.
A latere c’è la struttura finanziaria che oltre all’aumento prevede la rinegoziazione del debito. Per tener conto della prevedibile reazione delle banche contro un taglio netto di 400 milioni, l’ultima proposta sarebbe di trasformare la stessa somma in strumenti non partecipativi: JpMorgan, advisor di Hogan, però, è scettica che Intesa e Unicredit accettino.