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Data: 13/04/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Renzi: la sinistra cambi o diventa destra. Il segretario Pd apre la campagna elettorale a Torino: l’Italia torni a sperare. E promette interventi per le pensioni basse

ROMA Matteo Renzi apre la campagna elettorale del Pd a Torino e mena fendenti in tutte le direzioni, «perché l’Italia deve tornare a sperare». A Milano ha promesso una lotta violenta alla burocrazia, a Torino, rincara la dose e dice che entro maggio il governo entrerà con la ruspa «dentro la Pubblica amministrazione perché è ora di dire che chi non lavora non può avere l’alibi che la politica è spendacciona» ed è arrivato il momento di «vincere la sfida del fisco». Il premier duella a distanza con la minoranza del suo partito che a Roma cerca di rimettere insieme i cocci della sinistra e riprendersi il partito. Il Pd deve tornare a fare politica, incalza Renzi, non per inseguire Grillo che va lasciato cuocere nel suo brodo, come i parlamentari grillini «che dovevano cambiare il Palazzo e invece sono cambiati loro», ma per conquistare gli elettori del M5S raccontando che noi le cose le stiamo cambiando davvero. A Torino arriva l’eco della parole di Cuperlo che sulla riforma del mercato del lavoro a Renzi manda a dire che se la sinistra sposa le proposte «non diventano giuste perché le proponiamo noi». Il segretario dem replica senza citare l’ex sfidante delle primarie e va giù piatto: «Una sinistra che non cambia diventa destra», dice. «Noi - aggiunge - andiamo in Europa per cambiare, non siamo entrati nel Pse per stare in un museo». Venuto a Torino a tirare la volata al candidato del centrosinistra alla Regione, Sergio Chiamparino, «un modello», Renzi parla dopo le cinque capoliste donne che il Pd schiera il 25 maggio e comincia dai pensionati. Il 2015 sarà l’anno dell’intervento sulle pensioni sotto i 1.000 euro perché nel 2014 non sarà possibile aumentarle. «Io non faccio promesse, non sono un televenditore come mi descrive Crozza che pure mi ha dato degli spunti». Alla platea composta dai molti militanti e almeno 300 amministratori Pd, l’ex rottamatore chiede di circondarsi di persone che sappiano dire dei no e «di non montarsi la testa», ricordando che la «politica è servizio e che quindi è necessario restare con i piedi per terra e se stessi». Renzi insiste sulla necessità di semplificare nella gestione degli appalti e negli interventi per l’edilizia scolastica. E torna a sfidare la palude con tappe precise. «Entro il 15 giugno devono aprire i cantieri» dice promettendo che il Pd avvierà una campagna di ascolto di insegnati e genitori per «ridare dignità sociale al ruolo degli insegnati». E sempre a maggio il governo presenterà il piano per assegnare i 52 miliardi di fondi comunitari per l’agricoltura che questa volta, assicura, non saranno distribuiti a pioggia e non finiranno alle corporazioni né nella casse dei soliti noti. «Bisogna tornare a zappare, oggi fare lo chef è diventato molto di moda, se non guardi Masterchef ti guardano male, ma non c’è nulla sull’agricoltura, speriamo che torni di moda anche fare l’agricoltore e il tema si unisce a quello dell’Expo 2015», dice. Nel pomeriggio poi Renzi si sposta a Lucca per il festival sul volontariato. A giugno inizierà la fatturazione elettronica per i fornitori della Pubblica amministrazione. E entro 12 mesi partiti, sindacati e tutti coloro che accedono ai contributi pubblici dovranno mettere on-line i propri dati. Quanto al mondo del volontariato Renzi annuncia entro un mese un disegno di legge delega sul terzo settore.

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