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Data: 14/04/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Acerbo e Chiodi “alleati” contro petrolio e Forest oil

Il candidato di Rifondazione attacca il Pd e il governo che vuole le trivelle
Il governatore ribadisce la contrarietà al progetto della multinazionale a Bomba

PESCARA Ambientalisti in Abruzzo, petrolieri a Roma. Questa l’accusa che Maurizio Acerbo, candidato presidente regionale in Abruzzo di Rifondazione Comunista, rivolge al Pd sottolineandone la «schizofrenia» w proposito di Ombrina mare 2. «Nel report annuale della Medoil», dice Acerbo, «leggiamo che nel mentre è aperto su Ombrina un contenzioso al Tar “La compagnia è in costante dialogo con il Governo italiano e altri attori chiave per trovare una soluzione per il progetto al di fuori dei tribunali. A giudizio del board, tali discussioni non sono impedite dal ricorso». «Mentre il parlamento era stato velocissimo a sbloccare Ombrina Mare2 con il decreto Passera votato da centrodestra e centrosinistra (parlamentari abruzzesi compresi), a un anno dalla manifestazione non si è visto tale impegno per bloccare Ombrina», ha detto Acerbo ricordando che il ministro Guidi «ha indicato tra le priorità del suo dicastero la ripresa degli investimenti privati per la ricerca e la produzione di idrocarburi e la centralizzazione delle competenze in materie di infrastrutture energetiche strategiche. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il Viceministro De Vincenti del Pd». Intanto il Tar si pronuncerà il 17 sul ricorso presentato dalla multinazionale Forest Oil contro il parere negativo dato dal Comitato Via al progetto di estrazione di gas a Bomba. Il presidente Gianni Chiodi ha scritto una lettera al sindaco di Bomna nella quale ribadisce la sua posizione: «Il parere dato dal Comitato VIA è negativo perché il progetto della Forest contrasta con le prescrizioni del Piano regionale della qualità dell'aria, che vieta esplicitamente la possibilità di impianti che producono emissioni in atmosfera in aree esterne a quelle industriali infrastrutturale. Il che significa che insediamenti come quello della Forest possono sorgere solo in aree produttive attrezzate e non in zone con una spiccata valenza ambientale come quella del lago di Bomba». Le motivazioni espresse dal Comitato Via sono state impugnate dalla multinazionale americana, che ha presentato una richiesta di risarcimento danni alla Regione Abruzzo di 124 milioni di euro.

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