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Pescara, 24/11/2024
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Data: 15/04/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Acerbo: «La prima grana è la questione morale». Tabacci e Toto per D’Alfonso «Cambiare ora»

PESCARA Il modello è quello della lista Tsipras per le europee. Rifondazione comunista rinuncia al proprio simbolo per presentarsi alle regionali con una aggregazione di forze della sinistra e movimenti ambientalisti che si chiamerà probabilmente L'altro Abruzzo o Sinistra per l'Abruzzo (la scelta del nome sarà definita in queste ore). Si corre da soli, con Maurizio Acerbo candidato a governatore. E una lista autonoma sarà in campo per misurarsi anche alle amministrative di Pescara, con un candidato sindaco ancora da definire. Acerbo, leader di Rifondazione comunista, spiega i motivi di questa scelta.
Non temete lo sbarramento del 4% previsto dalla nuova legge elettorale per chi sceglie di correre da solo alle regionali?
«Sì, ma non siamo preoccupati. Tutte le forze politiche accorrono nel centrosinistra, nonostante i mal di pancia, per usufruire dello sbarramento del 2%. Per noi la coerenza politica viene prima della convenienza. Quindi io preferisco rischiare di non essere rieletto che comportarmi da opportunista».
Sarà così anche a Pescara?
«Qui prepariamo una lista di sinistra ambientalista, dove tutti potranno riconoscersi. Alessandrini non è D'Alfonso, ma ultimamente i rapporti con il Pd sono peggiorati per quella idea sciocca di far cadere la giunta Mascia: avrebbe ricompattato solo il centrodestra attorno al nome di Testa. La scelta autonoma servirà a fare emergere i nostri contenuti».
Vi accusano di essere dei giustizialisti.
«Perché abbiamo sempre detto che la questione morale rimane al centro dei problemi dell'Abruzzo. Tutti i guai della nostra regione partono da qui: dalla sanità, all'erogazione dell'acqua contaminata, fino alla cementificazione selvaggia del territorio. Il centrosinistra avrebbe potuto candidare una persona senza ombre e costruire una coalizione di cambiamento. Non lo ha voluto fare perché è prigioniero di gruppi di potere che rappresentano il problema, non la soluzione».
Qual è invece il suo giudizio sui cinque anni del governo Chiodi?
«Non è stato in grado di costruire un progetto di cambiamento perché privo di progettualità, competenze amministrative e cultura. Non si può tuttavia non ricordare che le difficoltà di oggi della società abruzzese sono anche conseguenza delle politiche imposte dai governi nazionali di cui da anni fa parte il Partito democratico».
Dialogo chiuso quindi?
«Penso che ciò che serva oggi non sia una sinistra che faccia da cameriere ai soliti sistemi di potere, ma che sia libera, autonoma, determinata. E siamo convinti che mai come oggi le nostre battaglie troveranno voce in tanti elettori, non solo della sinistra».

Tabacci e Toto per D’Alfonso «Cambiare ora»
Il candidato insiste sulla necessità di una legge per L’Aquila capoluogo

L’AQUILA L’obiettivo, dichiarato da Bruno Tabacci, è costruire un’area di centro che possa raggruppare esperienze diverse, da Scelta Civica a Futuro e Libertà, fino a Fare per fermare il declino. Un progetto che va a nozze in Abruzzo con i famigerati «equilibri avanzati» di Luciano D’Alfonso: l’alleanza è servita, siglata ieri in pieno centro all’Aquila, nel palazzetto dei Nobili circondato dagli immobili puntellati e dai pochi cantieri aperti. Dunque il Centro democratico va con big Luciano. C’era anche Daniele Toto, ora Partito liberale, ex Fli, che però non ha chiarito il suo impegno: «Se il partito me lo chiederà mi candiderò senza indugi alle Europee, l’Abruzzo ha bisogno di una rappresentanza a Bruxelles». E la polemica sui transfughi del centrodestra? «Da tempo la mia attività è stata molto critica contro questa amministrazione regionale, la nostra alleanza non è stata mai in discussione. Il resto sono strumentalizzazioni di stampa». Nutrito il parterre, anche se i nomi dei candidati restano ancora coperti. Ci sarà di certo Giampaolo Arduini, che ha lanciato un programma per favorire il rientro in centro dei commercianti attraverso Tares simbolica, affitti ridotti, insegne gratis, deroghe e norme speciali. E poi c’erano Gino Milano che ha attaccato i transfughi da destra («Non si può essere da una parte quando fino a ieri si è amministrato e indicato un altro indirizzo politico»), Berardo Rabbuffo, Adelchi e Camillo Sulpizio, Venanzio Cretarola. All’Aquila, inoltre, Cattolici democratici e Centro democratico si federano in Comune: agiranno insieme, in consiglio, Giorgi, Durante e Salvatore Placidi. Non è visto Enrico Verini, mentre si è fatto ampiamente fotografare l’avvocato Stefano Rossi, in passato in area centrodestra. Non c’erano gli attivisti di Chieti, in polemica contro la linea del partito. D’Alfonso ha salutato rapidamente confermando l’idea di una legge per L’Aquila Capoluogo e rivelando che per le liste «il lavoro è chiuso»: «Sui transfughi? Deciderà il tavolo politico». Duro, invece, Tabacci: «C’è bisogno di cambiare quando le gestioni sono oggettivamente fallimentari come è accaduto in Regione. Anche il terremoto dimostra che l’approccio è stato sbagliato». Ha chiuso Milano, al vetriolo: «L’Abruzzo è conosciuto a New York, sui giornali, per le sue ilarità sessuali e amministrative».
In precedenza, Luciano D’Alfonso aveva presentato i candidati al consiglio del Pd di Teramo. Dopo l’incontro con Centro Democratico e Pli, D’Alfonso nel pomeriggio ha partecipato all’Aquila alla presentazione del libro di Claudio Martelli ”Ricordati di vivere” e in serata si è spostato a Celano per un incontro dal titolo ”I servizi socio sanitari in Abruzzo. Un programma di governo” . Oggi, mattinata di visite in due aziende, nel pomeriggio alle 15.30 incontro a Giulianova sulla sanità nel comitato di Mastromauro; alle 17 sarà a Teramo all’hotel Abruzzi per un convegno su giovani e lavoro e alle 21 parteciperà alla Festa Democratica con Tommaso Navarra.

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