L’AQUILA Nell'udienza decisiva di ieri il suo avvocato di fiducia Dante Angiolelli aveva mostrato un certo ottimismo, invece in tarda mattinata è arrivata la “doccia” fredda: sei mesi di condanna. È quanto stabilito dal Gup dell'Aquila, Gargarella per Alfredo Castiglione nell’ambito della vicenda giudiziaria Caligola sulle presunte assunzioni clientelari e gli appalti pilotati alla Regione. Il vicepresidente della Regione, con delega allo Sviluppo e Attività Economiche e prossimo candidato alla Regione è stato condannato per tentato abuso d'ufficio. Castiglione ha ottenuto i benefici di legge, quindi pena sospesa e non menzione, circostanza che non ostacolerà il suo percorso elettorale alle prossime regionali. Un verdetto che ha lasciato lo stesso Castiglione e l'avvocato piuttosto interdetti visto che il reato in questione non era tra quelli contestati ed è stato derubricato dallo stesso giudice. L’obiettivo della scelta del rito abbreviato era appunto quello di svincolarsi con anticipo dall’inchiesta possibilmente uscendone assolto.
Tra i motivi della sorpresa c’è anche il capo d’imputazione contestato al politico. Per Castiglione infatti è caduto il reato di corruzione e quello di partecipazione all'associazione per delinquere che nel gennaio di due anni fa aveva portato gli agenti della Mobile di Pescara ad arrestare la dirigente della Regione Giovanna Andreola, detta la «zarina», e altre 7 persone tra politici e imprenditori.
LE REAZIONI
Nell’inchiesta complessivamente sono indagate 14 persone. «Non posso che esprimere il mio sconcerto – ha detto Castiglione - per una sentenza di condanna per un reato, il tentato abuso di ufficio, che il Pm non mi ha mai contestato. Sottolineo che il precedente giudice Billi, nella ordinanza con la quale aveva rigettato la richiesta di misura interdittiva del Pm – ha proseguito Castiglione - aveva argomentato non soltanto la mancanza di qualunque serio indizio e financo del fumus del reato di concorso e o partecipazione nel reato di associazione per delinquere ma anche di qualsivoglia diversa ipotesi accusatoria sostenendo che nessun atto fatto o comportamento da me posto in essere risultava connotato da disvalore penale. Proporrò appello e naturalmente, per quanto amareggiato – ha concluso Castiglione - proseguirò con rinnovata energia nella già intrapresa campagna elettorale». Per l'avvocato Angiolelli «quello del tentato abuso d'ufficio è una contestazione che mi meraviglia perchè nell'imputazione non è stata indicata quale norma di legge o regolamentare che sarebbe stata violata». Il pm Antonietta Picardi nella precedente udienza aveva chiesto per Castiglione una condanna ad un anno e 4 mesi di reclusione.
L’indagine ruota intorno a una lettera inviata da Castiglione, su carta intestata della Regione, al viceministro albanese per presentare l’associazione della compagna. Un equivoco secondo lo stesso Castiglione che ha sempre dichiarato come la sua lettera nella quale parlava bene dell’associazione di danza, fosse soltanto una “referenza” (e non una raccomandazione) che gli era stata richiesta dal ministero albanese con il quale aveva avuto dei contatti per lo Sviluppo. Insomma, un doveroso accompagnamento per lo sviluppo di relazioni culturali. Non è stato il parere del giudice che invece ha ravvisato concretamente, come avevano registrato gli inquirenti, il tentativo di perseguire «un interesse di natura privata consistente nel conseguimento di vantaggi in favore dell’associazione della convivente».