Per il presidente della Provincia non era previsto subito il collegamento aereo
TERAMO La Provincia di Teramo viene messa sotto torchio su Rai 1 sul progetto dell'idrovolante, ma il presidente Valter Catarra non ci sta e dichiara che il mancato decollo dell'iniziativa comunitaria non è dovuto ad eventuali negligenze della Provincia. Sulla vicenda interviene anche il presidente dell'Ente porto di Giulianova Paolo Vasanella, che rigetta le accuse di irresponsabilità dell'ente nel progetto in questione e dichiara come vi sarebbero soggetti privati interessati a mettere in funzione i collegamenti con l'altra sponda del mar Adriatico. «E' incredibile come le notizie non vengano approfondite», lamenta Catarra, in riferimento all'ultima puntata del programma televisivo "L'arena" (durante la quale la Provincia di Teramo è stata contestata su diversi aspetti) e all'eco che la notizia ha avuto sui media. «Si è parlato di problemi non reali, di fatti non accaduti e di notizie false». Sul progetto "Adri-Seaplanes", che avrebbe dovuto collegare località adriatiche quali Giulianova, Brindisi, Bar, Valona, Pola e Corfù, Catarra rivendica il fatto che la Provincia avrebbe solo risposto, assieme ad altri enti, a un bando per incrementare gli spostamenti sostenibili tra le sponde adriatiche e che gli uffici di via Milli non possono in alcun modo intervenire nella programmazione europea. «Non era possibile fare altro, ma soprattutto non era previsto che il progetto continuasse con collegamenti assicurati da subito. La Provincia ha fatto solo ciò che le competeva», ribadisce Catarra, aggiungendo come il pontile che è stato realizzato a Giulianova con i fondi del progetto (la Provincia ha beneficiato di 575mila euro su un totale di 2.319.000 euro del programma comunitario di cooperazione transfrontaliera "Cbc Ipa Adriatico") sarà utilizzato da altri enti. «Ci sono imprenditori pescaresi interessati a far decollare gli idrovolanti dal porto di Giulianova: il pontile è uno strumento che verrà utilizzato in futuro, il progetto non finisce qui», precisa Vasanella, il quale tiene a sottolineare, a differenza di quanto sostenuto da Catarra in tv, che «l'Ente porto non è assolutamente capofila del progetto, ruolo che invece è rivestito dalla Provincia». Era il 2010, quando si cominciò a parlare del collegamento tra sponde dell'Adriatico tramite idrovolante: solo nel settembre del 2011, però, l'iniziativa fu presentata ufficialmente. In quell'occasione si parlò del marzo 2013 quale data da cui il servizio sarebbe entrato in vigore a pieno regime. Assieme all'Italia, i paesi interessati sono Grecia, Montenegro, Crazia e Albania, che verrebbero collegati con voli rapidi e a basso impatto ambientale, grazie a mezzi da 9 e 19 posti. Ma, dopo l'entusiasmo iniziale, il progetto finì nel dimenticatoio: infatti non vi furono sviluppi per la realizzazione del servizio e nell'estate del 2012 non vennero realizzati i test di collaudo, come programmato l'anno precedente. A bloccare gli idrovolanti fu anche l'inchiesta giudiziaria denominata Caligola, dato che la dirigente del servizio attività internazionali della Regione Abruzzo Vanna Andreola, arrestata nell'ambito dell'inchiesta, era referente del progetto. Ma nel 2013 Vasanella annunciò la "resurrezione" dell'iniziativa tanto che, il 1° luglio, si tenne il volo inaugurale Giulianova-Pola alla presenza di politici e rappresentanti delle istituzioni italiane e croate. Da allora, però, il progetto è in stand-by, in attesa che qualche privato si interessi alla gestione degli idrovolanti e torni a far decollare il sogno dei collegamenti sul mare.