Associazione a delinquere e appropriazione indebita aggravata: sono queste le ipotesi d’accusa formulate dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal suo sostituto Stefano Pesci nei confronti del segretario generale dell’Unione generale dei lavoratori Giovanni Centrella, di sua moglie Patrizia Lepore e della coordinatrice della segreteria generale del sindacato, Laura De Rosa. Secondo gli inquirenti i tre avrebbero distratto fondi del sindacato (e quindi dei lavoratori che risultano iscritti) per circa 600 mila euro che sarebbero poi stati riversati sui conti personali dei coniugi Centrella attraverso bonifici, contanti e carte di credito ricaricabili. Un giro di denaro sospetto – che, secondo quanto sostenuto dagli inquirenti - potrebbe essere stato utilizzato per «spese anomale»: anomalie che riguarderebbero l’acquisto di gioielli, di orologi, di vestiti di marche costose e, più banalmente, per pagare i conti della spesa – venuto fuori grazie alla segnalazione dell’Uif (l’unità di informazione finanziaria che fa capo a Bankitalia) che aveva ricevuto, a sua volta, alcune segnalazioni per operazioni giudicate sospette dagli istituti di credito attraverso cui venivano fatti transitare i soldi oggetto dell’indagine. Gli uomini del nucleo valutario della guardia di finanza sono entrati in azione ieri alle prime luci dell’alba, passando al setaccio la sede centrale del sindacato Ugl in via Margutta e l’abitazione privata del segretario (che siede sulla poltrona più alta dell’associazione dei lavoratori dal 2010, quando prese il posto della dimissionaria Renata Polverini che correva per il ruolo di Governatore della Regione Lazio) e della coordinatrice della segreteria. Perquisizioni che potrebbero ora aprire nuovi scenari su un caso che, nell’ipotesi avanzata dalla procura capitolina, ricalcherebbe quanto già successo con l’ex tesoriere della Margherita, Lusi, finito sotto processo per essersi impossessato di parte dei fondi del partito. Le indagini, partite nel 2012 in seguito al campanello d’allarme suonato dall’Uif, hanno consentito agli inquirenti di trovare numerosi riscontri su giri strani di denaro che sarebbero passati dai conti correnti del sindacato a quelli dei coniugi Centrella. E così, scavando nei conti correnti dell’Ugl – che come tutti i sindacati non è tenuta, per legge, a rispettare le regole ferree nella tenuta dei bilanci – e delle tre persone finite nel registro degli indagati, magistrati e guardia di finanza sarebbero risaliti fino al 2010, poco tempo dopo l’elezione a segretario generale dello stesso Centrella. Dopo le perquisizioni Centrella ha chiesto e ottenuto di potere essere interrogato dagli inquirenti negli uffici di piazzale Clodio.
«Non abbiamo comprato mutande Tutte le mie spese sono giustificate»
Non si scompone Giovanni Centrella. I finanzieri stanno ancora perquisendo gli uffici dell’Ugl, a Roma, e lui ostenta serenità e fiducia nei magistrati. In serata, poi, la conferenza stampa e la richiesta ai pm di incontrarli il prima possibile. Centrella è indagato con la moglie e la vicesegretaria per associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita dei fondi del sindacato. Eppure, a giudicare dalla voce al telefono, sembra che il segretario generale dell’Ugl abbia la certezza che si risolverà tutto.
Non crede alle ipotesi della magistratura, segretario Centrella?
«C’è un’indagine in cui si sostiene che nel rimborso di alcune spese potrebbe esserci un’appropriazione indebita. Chiarirò ogni cosa».
Di che spese si tratta?
«Di soldi che ho speso io, in quanto segretario generale dell’Ugl, e anche i dirigenti e i segretari confederali».
Mica vi sarete comprati anche voi la Nutella e le mutande verdi?
«No, assolutamente».
E che tipo di spese sono?
«Convegni e iniziative del sindacato».
Orologi, abiti griffati e altre cose di questo tipo no?
«Non è vero che mi contestano le spese per abbigliamento e orologi di marca: non è questo che dice la notifica che ho ricevuto. Ho speso solo per l’attività sindacale».
Ci sono le ricevute?
«Certo, è tutto tracciabile. Ho sempre pagato con la mia carta di credito personale e poi ho avuto il rimborso dal sindacato, ovviamente presentando le ricevute».
Nessuno sbaglio?
«Tutto quello che abbiamo speso è alla luce del sole. Per questo sono tranquillo».
Le contestano le spese di quanti anni?
«Degli ultimi tre anni».
Hanno chiesto conto anche agli altri sindacalisti dell’Ugl?
«Soltanto a me perché qui tutto fa capo al segretario generale».
Ha dato alla Finanza i documenti?
«Certo, dimostrerò che non c’è nulla di indebito».
Dunque non finirete come i politici di quasi tutte le Regioni?
«No. E in ogni caso noi non riceviamo fondi pubblici ma soltanto i contributi dei lavoratori».
Tutto in regola, dunque?
«Tutto in regola. Piccole spese e in chiaro. Mica siamo ricchi noi. C’è anche la verifica dei nostri revisori dei conti che stabilisce che non ci sono state irregolarità».
E i bonifici a sua moglie?
«Sono bonifici di miei stipendi mensili che mi dà il sindacato, che non vanno sul mio conto ma su quello di mia moglie per dividere le spese che io faccio per il sindacato e i miei emolumenti mensili».
Le carte di credito prepagate?
«Sono state date ai segretari confederali e ai dirigenti per tracciare ogni movimento delle spese che facciamo».
Ma allora come se la spiega questa perquisizione?
«Siamo un sindacato che sta crescendo, vorranno vedere i nostri conti. Facciano pure».
D’accordo ma c’è stata una segnalazione da parte della Banca d’Italia. Evidentemente sui suoi conti ci sono state delle operazioni «strane»...
«L’ipotesi di reato nasce da relazioni incongrue a seguito di una segnalazione da parte di Bankitalia. Paradossalmente, sono contento di chiarire una segnalazione di incongruità, perché fa bene sia a me che alla federazione a cui appartengo».
Dunque non lascia il suo posto?
«Ho convocato la segreteria generale allargata ma non intendo dimettermi perché non ho fatto nulla per ledere la federazione. Ma sono uomo di struttura e se la segreteria allargata mi chiedesse le dimissioni farei un passo indietro».
Presto farà chiarezza con i pm. Il suo interrogatorio è previsto dopo Pasqua.
«Abbiamo dato agli agenti della Guardia di Finanza tutta la documentazione richiesta. Non c’è nessun occultamento e tutte le operazioni sono riconducibili alle attività del sindacato. Sono sempre pronto a chiarire con i pm».