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Data: 16/04/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Ai servizi sociali nel centro anziani» Ma Berlusconi potrà fare politica. Il Tribunale: 4 ore a settimana in una struttura del milanese. L’ospizio come format elettorale «Però subisco un altro sopruso». D’Alema attacca, è bufera «Chi è povero va in galera»

MILANO Per l’imprenditore che con la tv di intrattenimento ha fatto fortuna, per l’ex giovanotto che suonava e cantava sulle navi da crociera, pare un lavoro ritagliato su misura: «animatore» in una casa di cura per anziani a Cesano Boscone, hinterland di Milano. Rispettando il termine ordinatorio, a cinque giorni dall’udienza il giudice relatore Beatrice Crosti ha depositato sentenza e motivazioni con cui si concede a Silvio Berlusconi l’affidamento ai servizi sociali. Niente domiciliari, come peraltro chiesto dallo stesso pg Antonio Lamanna, ma un anno di attività socialmente utile «almeno una volta alla settimana e per un tempo non inferiore alle quattro ore consecutive». Oltre alla possibilità, grazie a prescrizioni sufficientemente morbide, di mantenere quell’agibilità politica fondamentale in vista delle europee con il permesso di spostarsi ogni settimana tra Milano e Roma.
«ATTIVITA’ RICREATIVE»

Fulcro delle dieci pagine di provvedimento del Tribunale di Sorveglianza è il programma riabilitativo con il quale l’ex premier sconterà il residuo anno di pena dei quattro di condanna (tre sono stati indultati) per frode fiscale nel processo sui diritti televisivi Mediaset. «Con riferimento al progetto riparatorio proposto da Caritas Ambrosiana», che ha una convenzione con l’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, questo «dovrà essere circoscritto ad attività sociali e animative, ricreative, relazionali, espressive e culturali». Complessivamente Berlusconi dovrà recarsi dai pazienti di Cesano Boscone 46 volte in un anno, «secondo modalità che verranno concordate dall’Uepe» e con una tabella di marcia che potrebbe già partire ai primi di maggio: tra la sentenza e l’avvio dei lavori socialmente utili intercorre una decina di giorni. Scegliendo la Fondazione Sacra Famiglia indicata dall’Uepe, il Tribunale ha di fatto rigettato la proposta dei difensori per il leader di FI: «motivatore» in una struttura per pazienti con gravi disabilità in una cascina da ristrutturare tra Arcore e Macherio. «Lo svolgimento di un’attività di volontariato all’interno di un centro di ippoterapia» di sua proprietà, sottolinea il giudice, «vanifica il significato del trattamento e della prescrizione che il tribunale intende applicare al condannato». Se sul lavoro da svolgere il collegio ha scelto la linea dell’intransigenza, sulle regole di vita ha mostrato una buona dose di elasticità.
I VIAGGI

L’ex premier «non potrà lasciare la Lombardia», ma è autorizzato «a recarsi a Roma dal martedì al giovedì» salvo rientrare ad Arcore «entro le ore 23 del giovedì stesso». Insomma, potrà fare la spola tra Villa San Martino e Palazzo Grazioli, condizione essenziale per comporre le liste e partecipare alla volata finale della campagna elettorale. Unici paletti: restare a casa dalle 11 di sera alle 6 del mattino e per qualsiasi altro spostamento presentare specifica richiesta al giudice Crosti. Soprattutto, dovrà stare attento a ciò che dice. Le frasi «offensive» lanciate dall’ex premier alle toghe «dimostrano spregio nei confronti dell’ordine giudiziario, ivi compreso questo Collegio», rileva la Sorveglianza, e se «reiterate ben potrebbero inficiare gli indici di resipiscenza». L’affidamento è stato concesso nella convinzione che «possa sostenere e aiutare» Berlusconi «a portare a maturazione quel processo di revisione critica e di emenda oggi in fieri», nonostante il reato di frode fiscale ripetuto nel tempo dimostri «un’insofferenza del colpevole alle regole dello Stato poste a tutela della civile convivenza». Certo, il condannato ha saldato il suo debito con l’erario e si è messo a disposizione dell’Uepe per un lavoro: tali elementi «evidenziano la scemata pericolosità sociale di Berlusconi e appaiono indici di volontà di recupero dei valori morali». Ma chi viene affidato, avvertono i giudici, «è ancora socialmente pericoloso».

«Chi è povero va in galera» D’Alema attacca, è bufera

ROMA Quella su Berlusconi «è una decisione presa dalla magistratura con particolare attenzione al ruolo politico di Berlusconi: è comprensibile. Certo viene da pensare che cittadini meno fortunati, meno ricchi e potenti per reati molto minori vanno semplicemente in prigione. È una giustizia a velocità variabili». Così Massimo D'Alema a Porta a Porta. Secondo l’ex premier: «Ora l’Italia potrà finalmente fare le riforme anche perchè Berlusconi pesa di meno». «Non penso - continua D’Alema - che Berlusconi debba essere messo fuori gioco dalla giustizi. Il suo ruolo si va riducendo per ragioni politiche: appare sempre meno capace di essere la guida di un centrodestra sempre più variegato».
La sortita di D’Alema ha scatenato un diluvio di repliche dalle fila di Forza Italia. Eccone alcune. Per l’ex ministro Gelmini: «D’Alema è solo un comunista livoroso». «Massimo D'Alema, dando sfoggio della sua proverbiale arroganza, conferma che per il Pd la legge e i provvedimenti che i magistrati pongono in essere non devono essere uguali per tutti, ma differenti e più coercitivi per Silvio Berlusconi», aggiunge Mara Carfagna. Su Berlusconi ha detto la sua anche Marine Le Pen, inervistata ad ”Otto e mezzo” su La7: «Silvio Berlusconi è un osso duro, credo che sia possibile che torni in politica. In Francia si dice che si abbandona la politica solo con i piedi in avanti, i politici sono ossi duri».

L’ospizio come format elettorale «Però subisco un altro sopruso». L’ex premier pronto al match per le urne. Niente attacchi ai pm, ma bordate alla UeLa battuta sugli ospiti dell’istituto «Li convincerò a votare tutti per me»

ROMA Silvio Berlusconi è un dissimulatore e un incontentabile. Finge di non essere felicissimo per la decisione dei giudici, quella che voleva lui e nei tempi che voleva lui, ma un po’ - in effetti - strafelice non è o non mostra di essere. «Mamma Rosa mi ha dato la mia educazione - cosi dice l'ex Cavaliere all’ora di pranzo, in attesa dell’arrivo di Verdini e degli altri - e sfido chiunque, a cominciare dai magistrati e dalle assistenti sociali, a dire che sono socialmente pericoloso. C’è tanta gente da rieducare, certamente non io».
Ma vabbè, si tratta di sedurre qualche anziano nella casa di riposo vicino ad Arcore («Li porterò tutti a votare per me») e di allisciarsi una volta al mese la rieducatrice che gli verrà assegnata, ed è però il risultato politico raggiunto quello che conta davvero. Su questo neanche Silvio il Dissumulatore, che ieri ha atteso la decisione a Palazzo Grazioli insieme a Francesca Pascale e subito dopo é arrivato esultante l’avvocato Ghedini, ha dubbi: «Posso fare campagna elettorale, e mettiamoci subito a lavorare, s'é fatta troppa melina», ha detto l’ex Cavaliere ai suoi nella girandola di riunioni, ieri.
IL QUADRUPEDE

L’uno due della cena con Renzi e della colazione dell’indomani con il verdetto milanese ha ridato forza a Berlusconi. Dudù scodinzola felice nel cortile del palazzo. Perché è vero che gli animali domestici hanno sempre bisogno di avere il padrone a portata di zampa, ma gli arresti domiciliari di Silvio sarebbero stati troppo anche per il quadrupede più famoso d’Italia. È visibilmente contenta anche Francesca, quando sale in macchina a via del Plebiscito per andarsi a fare un giro. E sarà l’unica First Lady presente in campagna elettorale, visto che Agnese, moglie di Renzi, é invisibile e così anche le altre consorti: da quella di Grillo - che però è comparsa l’altra sera con il marito al ristorante Assunta Madre, molto dellutriano e poco grillino ma a Roma tutto si mischia - a quella di Alfano.
La prima mossa di Berlusconi per la riconquista del cuore e della pancia della nazione è lo sbarco in tivvù: «Renzi ha rianimato il Pd stando in video quattro ore al giorno. Adesso tocca anche a me». E non c’è testata giornalistica, da ieri mattina, che non continua a tempestare il centralino di Palazzo Grazioli per invitare Silvio sullo schermo. Lui vuole collezionare una serie di prime serate. La sovraesposizione mediatica serve a compensare la delusione per le liste di Forza Italia che non gli piacciono, anche se domani nella sede di piazza in Lucina presenterà in pompa magna gli eurocandidati: «A tirare la carretta - assicura l’ex Cavaliere - sarò sempre io».
Lo spottone per recuperare i voti - «Arriveremo dal 21 di adesso al 30 per cento» - sarà quella sorta di sit-com e di talent che ogni giorno, nei pochi giorni che frequenterà il centro per anziani, i media allestiranno per Berlusconi che cambia i pannoloni, svuota i cateteri e spinge le carrozzelle, in mezzo a vecchietti adoranti del forever young capace, per quattro ore a settimana, di farsi vecchio con i vecchi.
Il problema è che da padre costituente non potrà troppo attaccare l’altro padre costituente che lo ha legittimato in questo ruolo, ossia Renzi e il suo governo, e non potendo rivaleggiare con Grillo perché è troppo lanciato dovrà limitarsi a fare concorrenza ad Alfano. Quello della vittima e del tradito, ecco l’euro-format di Silvio.
Che però non potrà esercitare la sua specialità, gli attacchi ai giudici, sennò gli viene revocato l'affidamento ai lavori sociali. E questo, nella gioia del pericolo scampato, resta una pena nella pena per l'ex Cavaliere. «Avrò sempre gli occhi addosso», si lamenta: «Ma vi sembra giusto», dice ai suoi, «che un innocente debba continuamente vivere sempre sotto esame?». Lui in realtà l’esame, quello del tribunale di sorveglianza, l’ha superato. Resta da superare quell’ennesimo referendum personale che sono le elezioni europee, ma lui ieri sera ha risolto la questione: «Gli italiani hanno ancora bisogno di me».

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