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Data: 16/04/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Assegni? Regali di De Fanis». L’ex segretaria Zingariello in tribunale: decideva tutto lui, non ho gonfiato le cifre

PESCARA «Mi dica qualcosa di credibile sui 18 mila euro di assegni che ha ricevuto da De Fanis tra maggio e ottobre 2013», avrebbe chiesto il pm. E l’ex segretaria di Luigi De Fanis: «Erano prestiti, regali». E’ stata Lucia Zingariello la protagonista delle 3 ore nell’aula 8 dove la donna ha preso posto per rispondere alle domande del gip, del pm Giuseppe Bellelli e degli avvocati mentre ad ascoltarla, in silenzio, c’erano gli altri attori dell’inchiesta per presunte tangenti e cultura: l’ex assessore regionale alla Cultura De Fanis, ancora all’obbligo di dimora, gli altri due indagati Rosa Giammarco ed Ermanno Falone e Andrea Mascitti, l’imprenditore dello spettacolo dalla cui denuncia è nata l’inchiesta che il 12 novembre portò agli arresti ai domiciliari De Fanis e Zingariello. L’incidente probatorio, come chiesto dagli avvocati Di De Fanis, è iniziato con le domande del gip Mariacarla Sacco sui primi contatti tra l’ex assessore, la sua segretaria e Mascitti ed è arrivato, poi, nel corso del confronto con il pm, a una serie di assegni che Bellelli ha elencato alla donna aggiungendo anche degli assegni di Zingariello transitati sul conto della figlia di De Fanis. «Non ricordo», avrebbe risposto la donna. «Cifre gonfiate? No, dissi a Mascitti di mettere il suo compenso». La prima parte del confronto è stata a quelle cifre del preventivo per lo spettacolo che, come avrebbe fatto notare il gip più volte richiamando anche la registrazione audio, sarebbero state amplificate, aggiustate: «E’ evidente», ha detto. Zingariello avrebbe risposto che era De Fanis a tenere i rapporti con Mascitti, che «era lui a decidere», che c’era sempre «l’assessore presente» e che lei avrebbe ricevuto il musicista solo al momento della consegna della documentazione. Ma le domande del gip sono diventate incalzanti proprio su quelle presunte cifre gonfiate e Zingariello avrebbe risposto: «Io non avevo le capacità tecniche. A Mascitti dissi che non aveva inserito il suo compenso: di scrivere 25 al posto di 22 mentre l’assessore aggiunse di arrivare a 30. Lo dissi perché sapevo che l’indicazione era che la Regione non pagava tutto subito», frase che la donna ha ripetuto per giustificare, dal suo punto di vista, il perché di quelle cifre alterate. Ma il giudice, più volte, avrebbe sottolineato la «forzatura di conti» e la «consapevolezza» di Zingariello. «Ho ricevuto assegni in regalo da De Fanis». Le domande del gip sono state poi orientate a sapere quanto la donna fosse «consapevole» di quello che stava accadendo e se tra lei e De Fanis ci fosse un rapporto di fiducia. Ma l’ex segretaria avrebbe detto che «solo successivamente» si sarebbe resa conto e che no, tra lei e De Fanis la fiducia sarebbe venuta meno nel luglio 2013. Poi, è stato il turno del pm Bellelli che, introducendo la domanda sugli assegni trovati, avrebbe fatto riferimento al contratto sessuale. «Lei nell’interrogatorio», avrebbe chiesto Bellelli, «ha parlato del contratto sessuale e noi abbiamo trovato un assegno. Le faccio l’elenco di tutti gli assegni che abbiamo», avrebbe detto il pm chiamandoli «soldi fuori busta» ed elencando quelli sequestrati nell’arco di 5 mesi con cifre che vanno da mille a 6mila euro e per un totale di 18mila euro. Prima la donna avrebbe risposto «prestiti», «regali dell’assessore» e poi non si sarebbe sentita bene e avrebbe chiesto di andare in bagno. L’accusa contesta a Zingariello e De Fanis anche il peculato e due viaggi a Roma e Bologna. Ma anche in questo caso, la donna avrebbe detto che il viaggio a Roma «in cui sì, ero in servizio, era perché l’assessore voleva raccomandare la figlia alle Poste e l’altro per una visita medica che l’assessore mi aveva prenotato». L’incidente probatorio di ieri è servito per cristallizzare le dichiarazioni di Zingariello.

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