La riflessione è durata il tempo di un battito di ciglia. Ha deciso in fretta quale strada prendere, Gianni Santilli, fino a lunedì scorso assessore della giunta Mascia e da ieri alla corte di Guerino Testa, candidato sindaco di Ncd. E’ prevista per domani la conferenza stampa nella quale ufficializzerà questa scelta e annuncerà la candidatura a consigliere comunale nella lista civica Pescara in Testa. Per settimane Santilli ha cercato di far riconciliare le anime separate del centrodestra per farle convergere sul candidato sindaco unico. Secondo Albore Mascia Santilli spingeva perché la scelta cadesse su Testa, e di sicuro è stato così finché la rottura tra Forza Italia e Ncd non è stata definitiva al punto da andare separati. Nel momento in cui Mascia si è ufficialmente ricandidato a sindaco, Santilli s’è schierato dalla sua parte ma questo passo, con tanto di dichiarazione alla stampa, non è bastato a spegnere i veleni sparsi contro di lui - anche su facebook - da chi era convinto del contrario. Voci cui Mascia ha dato credito al punto da scontrarsi con Santilli in un violento faccia a faccia venerdì. L’assessore s’è trovato con le spalle al muro: «Non mi cacci tu, mi dimetto io»ha detto al sindaco. E così è andata. Da ieri il transfugo Santilli si è ritrovato in compagnia di chi prima di lui aveva già compiuto lo stesso passo, fuggendo da Mascia ma anche da Masci.
E’ lunga la lista delle rotture consumate più o meno dolorosamente in seno alla giunta e a pagare di più sono stati gli esponenti di Pescara futura. Prima di Santilli ave mollato Stefano Cardelli (suo amico e predecessore al commercio); per la stressa strada sono passati Barbara Cazzaniga (ancora vicina a Masci a quanto risulta) ed Elena Seller, delegata alla cultura prima dell’insediamento di Giovanna Porcaro in quota Udc, silurata più di recente: ha pagato la scelta politica del suo partito di non appoggiare Mascia bensì Testa. Quello di Carla Panzino è un altro nome di assessore sostituito da Mascia.
Quanto ai consiglieri comunali di centrodestra, dal suo Pdl Mascia ha visto scappare uno dopo l’altro Andrea Salvati, Livio Marinucci e Massimo Pastore, infine persino Roberto Carota. Strada facendo ha perso l’appoggio di Udc (Dogali, Di Noi e Di Biase) e Fli (Ranieri, Pignoli e Arcieri oggi a loro volta divisi tra Toto e Teodoro). Anche su questo fronte è Masci con Pescara futura a vantare un nutrito drappello di fuggitivi, a cominciare da Salvatore Di Pino e Giuseppe Bruno, ai quali si è aggiunto Alfredo Cremonese, oggi fedelissimo di Testa. Persino Di Genova, subentrato a Masci per le ultime due sedute di consiglio, oggi è dato vicinissimo all’asse Castiglione-D’Ottavio. Non ultimo, appoggerà Testa Sandro Damiani, presidente dell’Ente manifestazioni pescaresi.