Con molta probabilità se la giocheranno direttamente in udienza preliminare i fratelli Di Nino, titolari dell’omonima società di trasporti, finita nella bufera giudiziaria con quindici avvisi di garanzia recapitati a loro e ai loro collaboratori dalla procura di Sulmona per le accuse di falso, estorsione, truffa e favoreggiamento. La vicenda è quella della manomissione dei cronotachigrafi e della costrizione al voto in occasione delle elezioni provinciali del 2010, accuse pesanti che i Di Nino sono convinti di poter smontare pezzo pezzo. La decisione finale, a pochi giorni dalla scadenza dei termini, verrà presa oggi dai legali, ma l’intenzione è quella di non depositare né memorie, né chiedere di essere ascoltati, aspettando cioè che la procura faccia la richiesta di rinvio a giudizio. A prendere una posizione netta, sono stati intanto i collaboratori e i dipendenti che, ieri, si sono detti «certi che le accuse rivolte ai nostri titolari sono totalmente false, in quanto non abbiamo mai avuto pressioni al fine di eludere le normative in materia di trasporto su strada» e che «quanto sta accadendo si risolverà in una bolla di sapone. I fratelli Di Nino - continua la nota - potranno andare a testa alta come hanno sempre fatto e, nonostante l’amarezza del momento, continueranno a prodigarsi per il bene della comunità in cui operano».