PESCARA In carrozzina, con il camice bianco e un cartellino appeso al collo con la scritta ‘medici senza barriere’. Sfidando il freddo pungente, ieri mattina decine di persone, tra cui molti disabili, hanno protestato davanti alla sede della Regione in viale Bovio contro il provvedimento a firma del commissario ad acta per la Sanità Gianni Chiodi, datato 24 marzo, che esonera gli studi specialistici dall’obbligo di abbattere le barriere architettoniche. «Un baratto politico, una vergogna che viola anche le più elementari normative sull’accessibilità – esordisce il battagliero Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine determinate, che ha organizzato la protesta – Non bastava l’Abruzzo degli scandali e dell’uso storto dei soldi pubblici. Ora, per qualche gioco politico elettorale, nella nostra Regione abbiamo anche il provvedimento-vergogna del governatore Chiodi – ha aggiunto Ferrante. Se non sarà ritirato al più presto, impedirà alle persone con gravi problemi di deambulazione di andare dal proprio medico». Il documento, sostengono i protestatari, non calpesta solo i diritti dei portatori di handicap o delle altre categorie indifese, tra cui gli anziani o le mamme con i passeggini, ma colpisce anche la dignità dei medici, trasformandoli, secondo il presidente di Carrozzine determinate, in "pidocchi". «Saremmo costretti a denunciare i nostri medici per discriminazione senza che ne abbiano colpe – ha concluso, amareggiato, Ferrante – Chiodi si deve dimettere. L'assenza totale dei rappresentanti della giunta regionale e dello stesso Chiodi dimostrano la più totale indifferenza di questa amministrazione». «Il provvedimento del presidente della Regione vieta non solo l’accesso agli studi medici, ma anche alla cura della propria salute – sborbotta Rocco Latte, mentre si trascina zoppicando fino alla prima carrozzina libera. La sua gamba destra è reduce da un paio d’incidenti di alcuni mesi fa. Un handicap temporaneo, le stampelle andranno via a breve, ma il signor Latte conosce bene il mondo della disabilità. Il figlio dodicenne è ridotto dalla nascita su una sedia a rotelle a causa di una malattia congenita. «Hanno fatto un provvedimento vergognoso, che appaga una parte della casta dei medici. Bisogna ritirarlo subito». Opinione condivisa appieno anche da Marina Mondo, una 34enne arrivata da Ariella, una piccola frazione di Ortona. La sclerosi multipla, diagnosticata tredici anni fa, gli ha portato via la forza delle gambe e ora, per spostarsi, ha bisogno della carrozzina. «Ci aspettiamo che l’ordinanza sia annullata al più presto – chiede Marina – Chiodi dovrebbe passare qualche ora sulla sedia a rotelle per capire l’assurdità di quel provvedimento. Siamo molto delusi». Lo sconforto dei protestatari è aumentato dall’assenza del governatore, impegnato con un’inaugurazione all’ospedale di Pescara, e dei suoi colleghi di giunta e del Consiglio. «Speravo almeno di vedere Chiodi qui tra noi, avrebbe dimostrato un minimo di coscienza – incalza la signora Miria Sponsillo, madre di un ragazzo disabile di trent’anni – la sua assenza dimostra che la politica non badi per niente agli interessi dei più deboli». «Come minimo dovrebbe ritirarsi dalla corsa elettorale» gli fa eco il figlio, Igor Fallini, costretto alla carrozzina da un’ipertonia congenita. «Il ragazzo non fatto più la terapia per quasi tre mesi a causa dell’impossibile trafila burocratica – aggiunge signora Miria – le difficoltà nel spostarci ci hanno già impedito l’accesso alle cure. Ora con questa nuova ordinanza sarà impossibile. Chiodi si deve vergognare». Giovanna Manzi, arrivata da Francavilla per sostenere un amico in carrozzina, invita tutti alla solidarietà. «È difficile capire tutti i problemi dei disabili se non si hanno familiari o conoscenti che ne sono affetti - spiega. Bisogna essere solidali e non permettere a nessuno di aggiungere nuove barriere alla tante già esistenti. La politica dovrebbe tutelare i diritti dei disabili, ma questo provvedimento vergognoso li sta solo calpestando».