PESCARA Da uno a dieci, il Pd ha usato il manuale Cencelli fino all'ultima pagina per compilare la lista dei candidati al Consiglio comunale. Di tutto un po' nel calderone dei Democratici e si vede lontano un miglio che la "squadra" è stata costruita per intercettare il voto dei mondi vicini e lontani alla sinistra di lotta e di governo. Dai comunisti d'antàn a quelli per i quali l'unico piccì esistente è il computer, dai renziani della prima e dell'ultima ora agli ex socialisti ed ex democristiani, la lista ufficiale del candidato sindaco Marco Alessandrini ha una vocazione ecumenica, per non sbagliare e per fare il pieno. Le novità vanno cercate più fra gli esclusi che fra gli entranti. Fanno notizia la defezione del capogruppo comunale Moreno Di Pietrantonio e il dribbling di Florio Corneli, che si candida a sindaco con "Pescara a colori", forse avendo intravisto troppe sfumature di grigio nella lista Pd. Fatto sta che dopo quattro anni da capoclasse e due mesi da candidato sindaco in pectore, Di Pietrantonio si tira fuori dalla corsa, giurando nel contempo fedeltà alla causa: "Ringrazio il Pd che mi ha chiesto ripetutamente di candidarmi al Comune di Pescara. - afferma - Ho deciso di non ricandidarmi dopo averlo fatto per quattro volte e aver partecipato alle primarie, ma il mio impegno e contributo sarà ancora più forte di prima, la mia esperienza e la grande passione che ho per la mia città sono a disposizione di Marco Alessandrini per Pescara e Luciano D'Alfonso per la Regione, con grande coinvolgimento e con l'obiettivo di ridare speranza ai nostri cittadini e in particolare ai nostri giovani in cerca di futuro". Belle parole venate di amarezza perché è noto che Di Pietrantonio era convinto di poter essere "il" candidato del centrosinistra, prima di ritrovarsi contro tutto il gruppo consiliare e di finire isolato, sino al flop delle primarie. Altre rinunce eccellenti sono quelle di Gianluca Fusilli e Camillo D'Angelo, che tuttavia continueranno a lavorare dietro le quinte. Il gruppo consiliare uscente si ripropone per soli quattro decimi: Paola Marchegiani, Enzo Del Vecchio, Antonio Blasioli e Giuliano Diodati. Fra le new entry, spicca la componente ex Ds dal segretario cittadino Stefano Casciano al segretario del circolo di Porta Nuova Carlo Gaspari (in prima linea nella battaglia contro la duna sul lungomare Sud). Porta Nuova ben rappresentata anche dal renziano della prima ora Giacomo Cuzzi, mentre la linea verde è formata da Mirko Frattarelli e Francesco Pagnanelli. L'apertura alla cosiddetta società civile (ma perché esiste anche una società incivile?) si concretizza nella presenza in lista di un chirurgo (Antonio Natarelli) e di due esponenti delle associazioni di categoria (Piero Giampietro e Leila Kechoud di Confesercenti). C'è pure il contentino al mondo della cultura con il gallerista Cesare Manzo, inventore di "Fuori uso", e il professor Marco Presutti, già portavoce di D'Alfonso, come dire che Luciano è Ovunque per definizione. Infine, fra tanti carneadi, un volto che ritorna: Simona Di Carlo, assessore al Turismo nella primavera del 2009. Il reggente Camillo D'Angelo la cacciò subito e lei, a distanza di pochi mesi, si schierò a destra a capo di una lista civica che sosteneva Mascia e che fece flop. E adesso il ritorno a sinistra, per ora.