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Pescara, 24/11/2024
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17/04/2014
Corriere della Sera
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Bonus di 40 euro ai mini-redditi. Manager, tagli in quattro fasce
Il tetto di 239mila euro. Irap e Bankitalia, dubbi sulle coperture |
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Nessun rinvio per i redditi più bassi. Ma i cosiddetti incapienti, quelli che guadagnano meno di ottomila euro lordi l’anno e non pagano le tasse, si dovranno accontentare di un bonus più basso: 40/50 euro al mese contro i famosi 80 che andranno a chi le tasse le paga e avrà lo sconto promesso dal governo. A Palazzo Chigi si lavora al decreto legge sugli sgravi Irpef che domani arriverà in consiglio dei ministri. Una parte delle risorse verrà dal taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici, quelli della Rai compresi. Per loro ci saranno quattro tetti: 239 mila euro lordi l’anno, la stessa cifra del capo dello Stato, per i dirigenti apicali, i più alti in grado. E poi 190 mila per i capi dipartimento, 120 mila per i dirigenti di prima fascia e 80 mila per quelli di seconda.
Il governo smentisce l’ipotesi che la misura possa essere estesa al settore privato, anche per evitare quelle disparità di trattamento censurate in passato dalla Corte costituzionale, con un contributo di solidarietà fissato al di sopra di una certa soglia. Mentre il tetto potrebbe riguardare alcune categorie del pubblico impiego che però fanno parte di comparti separati, come magistrati, prefetti e ambasciatori che potrebbero subire un taglio della busta paga in percentuale, si parla del 12%. Sul tavolo di Palazzo Chigi torna anche la questione F35, gli aerei da guerra che l’Italia si è impegnata ad acquistare dall’americana Lockeed Martin. Il rispetto degli obblighi internazionali non è in discussione ma l’obiettivo del governo è ridurre il totale delle spese per armamenti. E qualche margine ci potrebbe essere, visto che pochi giorni fa anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, aveva parlato di «necessaria» revisione del programma.
Dalla spending review il governo conta di ricavare 4,2 miliardi di euro: misure strutturali che non esauriranno i loro effetti quest’anno e anzi in futuro potrebbero diventare più marcate. Ma che nell’immediato non bastano a coprire tutto l’intervento sull’Irpef. Il governo conferma, malgrado le difficoltà tecniche, il miliardo che dovrebbe arrivare dall’aumento della tassazione sulle banche per la rivalutazione delle quote di Bankitalia. Mentre è in bilico il miliardo e mezzo di Iva che dovrebbe entrare con il pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione: soldi che arriveranno ma difficili da indicare adesso come copertura, perché frutto di un provvedimento non ancora adottato e più volte rimandato. Per questo è possibile che venga dirottato verso gli sgravi Irpef anche l’aumento delle tassazione sulle rendite finanziarie. Dovrebbe portare 1,3 miliardi di euro che dovevano servire ad abbassare l’Irap sulle imprese. Ma a questo punto il taglio dell’Irap potrebbe essere rimandato di qualche settimana e adottato una volta partito il pagamento dell’ultima tranche di vecchi debiti della Pubblica amministrazione. L’operazione è complicata, le caselle da mettere a posto ancora tante. Ma su Twitter Matteo Renzi ostenta ottimismo: «Dicevano che era una televendita, poi che non c’erano le coperture. #Amicigufi ma aspettare venerdì no?».
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