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Pescara, 24/11/2024
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Data: 18/04/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Per l’Atac era malato ma cantava al night. L’azienda avvia le procedure per licenziarlo: «è ancora assente ha presentato altri certificati»

Lui si difende: «Non sono un detenuto: uscivo di notte. Io vivo per il maestro, mi fa stare bene: è la mia cura»
Un autista sorpreso dai finanzieri in un locale notturno dove si esibiva interpretando i successi di Franco Califano

Malato per l’azienda, ma non per “Il Califfo”. Un autista dell’Atac, Ezio Capri, 37 anni, è stato pizzicato dalla Guardia di Finanza in un locale di Zagarolo mentre cantava il repertorio di Califano in un giorno per cui aveva presentato un certificato di malattia. C’era anche la compagna. «Ma cosa mi si contesta? - prova a dire il dipendente comunale - Che cantavo e celebravo il Maestro? Mi viene da ridere: è la mia cura, perché in azienda mi fanno morire di stress». Capri, sosia di Califano, l’ha presa a metà tra faccia tosta e filosofia: «Non sono mica un detenuto - dice l’uomo, residente a Labico, informatissimo su certe procedure - Quando si è malati, bisogna farsi trovare al domicilio dichiarato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Erano le undici di sera e io stavo lì su un palco, con un microfono in mano e due amplificatori. Qual’è la colpa? Franco, un grandissimo, mi avrebbe capito».
«VERRÀ LICENZIATO»
Ma gli uomini del Nucleo Operativo della Guardia di Finanza di Frascati, guidati dal tenente Ambrogio Di Napoli, la pensano in tutt’altro modo. L’uomo, per ora, è stato denunciato perché in un computer che si era portato nel locale (il “Dance” di Zagarolo, totalmente estraneo alla vicenda) sono state trovati circa ventimila brani - basi musicali - che si sospettano scaricati illegalmente da internet. Capri, personaggio noto nell’ambiente, si è esibito negli ultimi mesi in decine di posti e ora gli investigatori vogliono capire «se le serate abbiano coinciso con altri periodi di malattia». L’Atac - l’uomo è inquadrato come autista nel deposito di Tor Vergata - ne è convinta e ieri ha iniziato le procedure «per arrivare al licenziamento del dipendente». «Nel frattempo - scrive in una nota l’azienda - si procederà con le contestazioni formali al soggetto, il quale al momento risulta in malattia».
«ECCO LA VERITÀ»
Capri, al telefono, non fa una piega. «Giovedì scorso ho litigato con il capo - sostiene - Mi avevano messo di turno notturno al sabato. Avevo trovato un collega pronto a sostituirmi. Risposta: vieni al lavoro, ordini dall’alto. È esplosa una discussione. Stavo male. Ho chiamato i carabinieri. C’è una denuncia. Loro stessi mi hanno suggerito di andare in ospedale. Mi sono presentato al pronto soccorso di Palestrina: centodieci di pressione minima: dieci giorni di prognosi. Perciò il sabato era coperto e a quell’ora non ero tenuto a stare a casa».
CARTELLONE SALTATO
L’autista presunto assenteista è uno che di Califanno, morto l’anno scorso, ha fatto una ragione di vita e un secondo lavoro. Ha un sito - www.staseracantocalifano.it - la somiglianza è notevole e anche la voce roca, pare. È andato a cantare ovunque e i locali di Roma e della provincia (che non immaginavano neppure lontanamente la vicenda) l’hanno visto più volte alla ribalta: “Liverotti” alla Borgata Finocchio, ”La Fraschetta” a Centocelle, “Way Out” in via del Mandrione, il “Nino’s Pub” a Mandela, il “Glamour” a Trigoria, “Sottovento” a Trevignano. «Assenteista io? Cantare Califano è il solo modo di rilassarmi - continua l’autista Atac - Di lui amavo e amo la poesia, la vita vissuta. Il Califfo capirebbe». Ma neppure lui, forse, avrebbe potuto.

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