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Data: 18/04/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Bonus Irpef da 620 euro. Scontro sui tagli alla Sanità. Oggi le decisioni del Consiglio dei ministri: trovate le risorse anche per gli incapienti

Tetto agli stipendi di dirigenti pubblici e magistrati, risparmi sulla Difesa. Torna cieli “bui”

La sconto sull’Irpef ci sarà, ma gli effetti completi - i famosi 80 euro in busta paga per i lavoratori con redditi sotto i 28 mila euro - si vedranno solo nel prossimo anno. Il decreto sul cuneo fiscale che oggi sarà varato dal Consiglio dei ministri ieri è stato limato in un incontro durato 4 ore tra il presidente del Consiglio Renzi, il ministro dell’Economia Padoan e il sottosegretario Delrio. La sforbiciata comunque ci sarà e sarà coperta per intero dai tagli alla spesa pubblica. A partire dalla sanità che sarà sacrificata e che è oggetto ancora di un braccio di ferro tra i ministri Padoan e Lorenzin. Ieri per la prima volta sono filtrati dei numeri. Che hanno permesso di quantificare la portata del provvedimento di riduzione dell’Irpef basato tutto sulle detrazioni per lavoratori dipenenti e cococo. Il bonus dovrebbe essere del 3,5% fino a 17.714 euro di reddito annuo, per essere stabilizato a 620 euro tra i 17714 e i 24.500 euro fino ad azzerarsi ai 28 mila, con una discesa progressiva in base al reddito. Il bonus della detrazione Irpef però per l’intero 2014 non supererà i 50 euro in luogo degli 80. Questo perché il credito fino a 620 euro (per i redditi fino a 24.500 euro) va spalmato sugli 0tto mesi residui del 2014. Il taglio con relativa busta paga più pesante andrà a regime il prossimo anno dove ci sarà un taglio del 5% per i redditi fino a 19 mila euro oppure 950 euro tra i 19 mila e i 24.500. Bonus invece per gli incapienti con sostituto d’imposta diviso in due tranche. La sforbiciata all’Irpef (e quella all’Irap per le imprese la cui aliquota principale dovrebbe essere ridotta dal 3,9% al 3,5% nel 2015) sarà coperta dai tagli alla spesa oltre che dall’utilizzo ei proventi della lotta all’evasione: 300 milioni incassati nel 2013. Il governo taglierà nella sanità per circa 2,4 miliardi in due anni con una riduzione di risorse per finanziare il Servizio sanitario nazionale di 868 milioni quest’anno e 1 miliardo e mezzo nel 2015. Le risorse saranno reperite attraverso un taglio nell’acquisto di beni e servizi ma anche con la riduzione di posti letto e chiusura di piccoli ospedali e presidi territoriali. Secondo le bozze ufficiose, il governo vorrebbe anche intervenire sulle tariffe delle convenzioni per le specialistiche e l’ospedalità privata. Il taglio dovrebbe ammontare al 4% entro il 2015. Risparmio anche dalla spesa farmaceutica territoriale che vedrà ridursi il tetto all’11,25% del fondo sanitario nazionale. Anche la Difesa concorrerà con risparmi sui piani di investimenti pluriennali con un taglio di 200 milioni quest’anno e di 900 milioni a partire dal prossimo. Dimagrirà la Presidenza del Consiglio che attuerà una spending review pari a 44 milioni entro il prossimo anno. Nella bozza di decreto prevista anche una riduzione di spese per l’acquisto, manutenzione, acquisto, noleggio di auto del 70%. Le spese di acquisto o fornitura di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione subiscono una riduzione del 5% a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto che riguarderà anche i contratti in vigore che saranno rinegoziati. Tagli anche sul versante degli stipendi dei dirigenti di amministrazioni e società pubbliche. Nessun compenso potrà superare quello del Presidente della Repubblica in base al quale con riduzioni percentuali saranno calcolati anche i salari delle fasce più basse. Nella misura sono compresi anche organi costituzionali, Banca d’Italia, Autorità indipendenti, magistratura e servizio sanitario nazionale. I soldi si cercano ovunque e così torna in auge il vecchio progetto dei «cieli bui» per ridurre il costo dell’illuminazione pubblica in parcheggi, aree artigianali o industriali, esterni di edifici pubblici o monumetali. Risparmio affidato agli enti locali: non inferiori a 100 milioni. Altri 60 milioni saranno ricavati dall’abolizione del Pubblico registro automobilistioco (Pra). le funzioni di registrazione della proprietà degli autoveicoli passano al ministero dei Trasporti così come il personale. Viene inoltre eliminata l’esenzione Imu per i fabbricarti rurali ad uso strumentale.

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