PESCARA «Non è tollerabile che in Arpa si continui ad avere una gestione tanto industriale quanto politica, basata sul reciproco scambio di accuse tra nominanti, la Regione, e nominati, il CdA, come se non si dovesse remare tutti dalla stessa parte per salvare dalle conseguenze di scelte "azzardate"una delle più importanti aziende pubbliche regionali»: è la conclusione che tracciano i sindacati trasporti al termine dell’incontro con l’assessore Giandonato Morra e della direttrice regionale del settore Carla Mannetti sull’Arpa, l’azienda regionale di trasporti, “gravata” da un bilancio in rosso di circa 30 milioni di euro. Alessandro Di Naccio (Fit Cisl), Giuseppe Murinni ( Uilt Uil) e Luciano Lizzi ( Faisa Cisal) definiscono in una nota la riunione un «nulla di fatto» non avendo prodotto i risultati sperati. Quali? Di avere ad esempio certezza sull’operatività di Arpa in prospettiva della riforma che vuole un’unica azienda regionale di trasporti, del mantenimento dell’organico e quindi degli stipendi dei lavoratori. «Si è ripercorso in particolare lo stato dei crediti vantati da Arpa ma abbiamo assistito anche all'ennesimo rimbalzo delle responsabilità tra la Regione e la dirigenza di Arpa, quest'ultima tra l'altro inspiegabilmente assente all'incontro», commentano i rappresentanti sindacali tra il deluso e il rassegnati: «Sia chiaro poco importa da quale parte siano il "torto o la ragione", ci preme invece che qui si remi tutti dalla stessa parte per salvare dalle conseguenze di scelte "azzardate"una delle più importanti aziende pubbliche regionali». Dalla riunione è emerso il quadro di un'azienda sostanzialmente sana e con elevate potenzialità che però, a detta dei sindacati, vacilla per scelte su investimenti e gestione del personale («solo per il blocco delle assunzioni si sono sprecati circa 700.000 euro in due anni») operate sia dalla Regione che dal CdA del presidente Cirulli «senza l'esistenza di un condiviso piano di impresa che, oggi, viene però richiesto dalla Regione per studiare forme atte a consentire una stabilizzazione economica». Eppure il presidente Arpa Massimo Cirulli si era dichiarato disponibile a un incontro. E in una lettera aveva spiegato che gli unici investimenti che hanno indebitato Arpa sono quelli che hanno consentito di offrire un «servizio dignitoso», rinnovando un terzo del parco rotabile, e quelli finalizzati all’acquisto delle sedi di L’Aquila e Sulmona «con un esborso pari alla metà di quello che sarebbe altrimenti dovuto servire per costrirle ex novo». Una nuova riunione è in programma il 29, con l’augurio da parte dei sindacati che stavolta ci siano tutti e che nel frattempo sia cessata la gestione politica di Arpa.