PESCARA Il Partito Democratico si piega al diktat degli alleati e corregge in corsa la rosa dei candidati alle prossime elezioni regionali. Giorgio D’Ambrosio, ex sindaco di Pianella, ex parlamentare, ex assessore provinciale ed ex presidente di Aca e Ato, è fuori dalle liste del Pd, mentre soltanto uno, tra Angelo Di Paolo e Daniela Stati, troverà spazio nelle liste civiche del centrosinistra. È una vittoria di Sel e Idv, che hanno puntato i piedi, ponendo il veto sulle candidature di uno degli esponenti di spicco del cosiddetto partito dell’acqua e dei due ex assessori della giunta Chiodi, pronti a passare armi e bagagli nel campo avversario. Decisive le pressioni della segreteria nazionale del Pd, che ha considerato imbarazzanti alcune scelte e ha imposto, come priorità, l’unità della coalizione. «Sono decisioni che rafforzano il centrosinistra – afferma il segretario regionale dei democratici, Silvio Paolucci – Io stesso ero favorevole all’esclusione di D’Ambrosio, non tanto per le vicende giudiziarie, quanto per ragioni di opportunità politica, visto che dopo la relazione dell’Istituto Superiore della Sanità, in merito al disastro ambientale di Bussi, una sua candidatura avrebbe rischiato di essere percepita negativamente». In base al rapporto citato da Paolucci, circa 700 mila abruzzesi, fino al 2007, hanno bevuto acqua inquinata. In quel periodo D’Ambrosio era a capo dell’Autorità di bacino ed è stato uno dei massimi responsabili nella gestione dell’emergenza. «Voleva venire a portarmi le carte dei processi – riferisce Daniela Santroni di Sel – Gli ho spiegato che non faccio il magistrato, ma che si poneva un grosso problema di opportunità politica». Mercoledì sera, incassata l’estromissione dei cosiddetti impresentabili, il direttivo regionale del partito di Vendola ha confermato il suo sostegno alla coalizione di centrosinistra. «Siamo soddisfatti – rileva Santroni – della sensibilità dimostrata dai nostri alleati”. Giorgio D’Ambrosio, però, fino all’ultimo si è battuto per spuntarla. Mercoledì pomeriggio, una delegazione del Pd pescarese, composta dai deputati Antonio Castricone e Vittoria D'Incecco, e dalla componente della direzione nazionale Alexandra Coppola, ha incontrato Paolucci per provare a scongiurare l’esclusione. Di fronte alla chiusura del segretario regionale, D’Ambrosio si è giocato il tutto per tutto ieri mattina, recandosi a Roma. La missione, tuttavia, si è rivelata infruttuosa. Più complessa l’altra partita, che vede in campo la coppia di transfughi dal centrodestra, Angelo Di Paolo e Daniela Stati. Per uno dei due si profila una cocente delusione, che renderà vana la brutta figura e la pioggia di critiche, che entrambi hanno rimediato dopo il cambio di casacca. Risulterà decisivo il peso delle componenti locali: il Pd dell’area chietina, con in testa Legnini, getterebbe dalla torre Di Paolo, mentre i democrat aquilani preferirebbero disfarsi di Stati. L’ago della bilancia, con ogni probabilità, sarà Luciano D’Alfonso, che ospiterà il superstite in una delle sue liste civiche. In questo modo il Pd scioglie alcuni dei nodi più spinosi, ma lascia scoperto un posto in lista, a poche settimane dal voto Mercoledì pomeriggio è stato sondato Mario Mazzocca, sindaco di Caramanico, che aveva avanzato la propria candidatura in tempi non sospetti. Messo in ghiacciaia e relegato al ruolo di tappabuchi, ha risposto picche ed è passato con gli alleati di Sel. Al momento, il nome più caldo per sostituire D’Ambrosio, è quello del consigliere provinciale Elisio Tocco.