PESCARA Allora: c’è una buona notizia. L’Abruzzo recupererà preziosi fondi europei che rischiava di perdere. Lo spiega il sottosegretario Giovanni Legnini: «Ieri il Cipe ha approvato l’accordo di partenariato per la programmazione dei fondi europei 2014-2020. Si tratta di 41,5 miliardi di euro. Nel riparto dei fondi l’Abruzzo era stato fortemente penalizzato, ma ora potrà recuperare risorse e sostenere i suoi progetti: il Governo chiederà alla Commissione europea lo stesso livello di risorse assegnate nel 2007/2013, e su mia proposta è stata inoltre adottata una prescrizione che consentirà, nel riparto dei fondi ex-Fas, all’Abruzzo e alle altre due regioni ”in transizione”, Molise e Sardegna, di ottenere il pieno riequilibrio, in loro favore, delle risorse».
L’iniziativa di Legnini ha particolare peso perchè da ieri sono operative le deleghe a lui attribuite dal ministro per l’Economia, Pier Carlo Padoan: il parlamentare Pd di Roccamontepiano si occuperà a nome del Governo, oltre che della ricostruzione dell’Aquila, proprio «dei profili finanziari delle politiche di coesione interna ed europea, del Cipe stesso, dei profili finanziari e del monitoraggio dei piani di rientro degli enti locali, Roma Capitale compresa», recita la nota ufficiale. Non poco.
Legnini, i fondi ritrovati pesano. Ora bisognerà tradurli in fatti, in programmi seri, però.
«Beh, sono molto soddisfatto. L’Abruzzo avrà risorse per i programmi di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, agenda digitale, competitività. E, scongiurando il rischio di una drastica riduzione delle risorse, si potrà lavorare bene sulle politiche di rilancio dell’occupazione, l’inclusione sociale, la lotta alla povertà. E poi su istruzione, ambiente, energie e mobilità sostenibile, tutte destinazioni importanti per questi soldi recuperati. Ora ovviamente c’è da seguire con attenzione il negoziato in sede europea per concretizzare il risultato».
Viste le deleghe appena assegnate, quel negoziato dovrebbe seguirlo lei stesso, Legnini.
«Nel dettaglio, lo seguiranno i tecnici. Ma la responsabilità politica sarà mia. E questo spero sia di garanzia per la mia gente. Voglio dire: se ci sono io, l’Abruzzo certo non resterà penalizzato, dopo tutta la fatica fatta per recuperare questi soldi».
Va bene. Ma, in attesa che la semina fatta nel Cipe dia frutti a Bruxelles, ci sono altri impegni concreti del Governo per l’ammaccato Abruzzo?
«Il primo passo era proprio questo del recupero dei fondi europei, e diciamo che l’abbiamo fatto. Il secondo riguarda ovviamente L’Aquila, la partita più grande: 500 milioni serviranno fino all’estate, e ne vanno trovati altri 6/700 per completare l’anno. E ci sarà da negoziare in sede europea, servono risorse stabili».
«C’è poi il progetto per velocizzare la linea ferroviaria adriatica: la legge di stabilità ha fornito 350 milioni che ci consentono di tornare nella partita dell’alta velocità, anche se più propriamente al momento si deve parlare di alta capacità, e comunque di treni più veloci. Poi sto lavorando per ottenere fondi per il ciclo idrico: depurazioni, opere acquedottistiche, miglioramento complessivo del servizio. Non si perde tempo, vedete».
In Abruzzo non si può perdere più nulla, nè tempo e nè soldi. Perchè non tutto si recupera, poi.