ROMA «Smentisco i gufi e i rosiconi. Le copertura ci sono e i mitici 80 euro in più in busta paga a partire da maggio sono una misura che non è una tantum ma strutturale, come è strutturale il processo del taglio alla spesa. La rivoluzione è appena cominciata e noi andiamo avanti come treni». Matteo Renzi si presenta nella sala stampa di Palazzo Chigi con un’ora e mezza di ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata fin dal mattino con un tweet e prova ad uscire dall’imbarazzo con una battuta. «Più che l’ora x è l’ora y...» dice il premier, che ha appena presieduto il consiglio dei ministri più atteso, quello che ha varato il decreto sull’Irpef con cui Renzi punta a vincere le elezioni europee. Dopo il braccio di ferro notturno con il ministro Lorenzin, scompare la sforbiciata alla sanità per 2,4 miliardi di euro in due anni. E il premier gonfia il petto: «Se qualcuno trova dei tagli alla sanità pago da bere a tutti i presenti». Il presidente del Consiglio si mostra sicuro ma in consiglio dei ministri non tutto sembra essere andato per il verso giusto. Alla fine, gli 80 euro nella busta paga dei lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 26 mila euro lordi all’anno ci saranno ma per le partite Iva e gli incapienti, cioè i lavoratori che sono inseriti nella no tax area, dovranno aspettare un prossimo provvedimento. Tutto rinviato a data da destinarsi. «Tempi certi sugli incapienti non li posso dare» spiega Renzi. Ed anche il “bonus” di 80 euro è assicurato per il 2014 ma andrà rifinanziato per il 2015 con la legge di Stabilità. Questa volta le slides sulle singole misure sono state sostituite con 10 tweet. La filosofia del governo vuole essere quella di una redistribuzione delle risorse , che nascono da tagli e diventano bonus per i lavoratori. «Oggi stringiamo la cinghia a politici e Amministrazione e restituiamo a chi sta sotto i 26 mila euro» spiega Renzi, che sul bonus ha imposto la sua linea ed ha zittito i ministri che volevano spalmarlo su una platea di 15 milioni, inclusi gli incapienti, dando però meno di 80 euro. Il premier ha preferito invece la linea originaria: 80 euro al mese per chi sta sotto i 26 mila. «Non è una misura elettorale, anche perché arriva dopo le elezioni. Ma io ho preso un impegno e voglio mantenere la parola sennò mi diranno che era solo una televendita». Quel che è certo è che il premier la partita più delicata l’ha giocata sul fronte delle coperture. Basti pensare che, stando a quanto riferito da alcuni ministri, all’inizio del consiglio dei ministri non c’era un testo definitivo dei risparmi chiesti ai vari dicasteri. E questo, insieme al via vai di tecnici che cercavano di stimare i tagli imposti a ciascun ministero, spiega il ritardo nella presentazione delle misure. Poi, Renzi assicura che tra i tagli alla spesa e la lotta all’evasione arriveranno nelle casse dello Stato almeno 14 miliardi di euro mentre l’operazione sull’Irpef costerà 10 miliardi. Questo vuol dire che, almeno in teoria, il governo avrà 4 miliardi di euro di margine. I tagli alla spesa, comunque, ci saranno. E Renzi prova a spiegarli commentando i tweet. In uno si legge che ogni ministero potrà avera al massimo 5 aut blu. E Renzi va giù duro: «Vuol dire che i sottosegretari andranno a piedi o prenderanno l’autobus. Non mi sembra un dramma...». In un altro è scritto che il tetto «insormontabile» agli stipendi dei dirigenti pubblici sarà di 240 mila euro e riguarderà anche i magistrati. E su questo, dopo le critiche arrivate due giorni fa dal’Anm, Renzi attacca: « Non mi sembra un attentato all’indipendenza della magistratura. Ho grande rispetto dei giudici e mi aspetto che non critichino la formazione di leggi che non li riguardano. E penso anche che non possano criticare i tagli agli stipendi: 240 mila euro all’anno mi pare sia una cifra dignitosa...». La replica dell’Anm, non si fa attendere: «L’intervento messo in campo dal governo rischia di essere non equo perché colpisce solo alcune categorie e non tiene conto del dovere di solidarietà». Nella conferenza stampa, con al fianco il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il presidente del consiglio annuncia che i sacrifici li dovranno fare in molti. A cominciare dalla Rai, che potrà vendere Rai Way e dovrà «concorrere» al risanamento con 150 milioni. Quanto alla lotta all’evasione, il governo punta ad incassare 3,3 miliardi in due anni: 300 milioni nel 2024 e 3 miliardi nel 2015. Il decreto sarà impallinato in Parlamento? Renzi lo esclude, assicura che intorno al provvedimento c’è un «grande consenso» e lancia una stoccata a Grillo: «Voglio capire come farà il M5S a non votare queste misure. Alcune di queste sono state vagheggiate da tanti in campagna elettorale. Ma noi, a differenza di chi fa solo propaganda, le realizziamo».
Contributo dalle banche e 150 milioni da vendita di Rai Way
Tetto agli stipendi pubblici si applicherà anche ai magistrati
Irap ridotta del 10%. Meno soldi agli F35. No tagli alla Sanità
ROMA Arriva il decreto per i «mitici» 80 euro in busta paga ai dipendenti. Il testo ancora non c'è ma in 10 tweet il premier fornisce alcuni dettagli tecnici. Non c'è più l'intervento sulla sanità e si conferma l'intervento sugli F35. Ecco i dettagli: Il bonus di 80 euro. spiega Renzi che si tratta di «una misura che non è una tantum, ma strutturale come è strutturale il processo del taglio della spesa», cioè la spending review. Si tratterebbe di 80 euro per tutti con un leggero decalage tra i 24 e i 26.000 euro. Ma per il 2015 l'intervento sarà previsto dalla legge di Stabilità: una necessità per individuare le coperture. Taglio Irap. Si conferma il taglio del 10% in via strutturale all'Irap che dovrebbe essere finanziato con l'aumento del prelievo sulle rendite finanziarie. Niente agli incapienti. È stato in bilico fino alla fine. Alla fine si è scelto di posporre l'intervento sugli incapienti a data da destinarsi. Lo stesso per gli autonomi. «Non do tempi», dice Renzi. «Ha prevalso - spiega - l'obbligo di mantenere l'impegno di dare 80 euro a 10 milioni di persone». Auto blu. Solo cinque auto blu per ministero. È uno dei tagli previsti dal decreto che Renzi ha spiegato così: in pratica i sottosegretari andranno a piedi. Cottarelli, il commissario alla Spending Review, aveva ipotizzato anche una sola auto per dicastero. Dipendenti più stretti. Lo spazio destinato la lavoro dei dipendenti pubblici «si restringe»: da 44 a 24 metri quadrati. L'obiettivo è quello di risparmiare sugli affitti. Sanità salva. Sanità e Caf non compaiono più nel decreto. I due interventi, anche corposi, apparivano invece nelle bozze circolate nei giorni scorsi. I Caf «lavoreranno un pò meno grazie all'invio digitale della dichiarazione dei redditi per 32 milioni di cittadini». Coperture. Le coperture per l'intervento sono di 6,9 miliardi nel 2014 che diventano 14 nel 2015. In realtà per coprire l'Irpef l'anno prossimo - dice Pier Carlo Padoan - ne basteranno 10. Gli altri 4 si potranno utilizzare per altri interventi. «Un sogno - dice Padoan - per chi fa politica economica». Difesa dimagrita. la Difesa contribuisce per 400 milioni di euro, di cui 150 con lo spostamento del programma F35. Tetto a stipendi pubblici. Tetto a 240.000 euro per gli stipendi del settore pubblico. Non sarà retroattivo e non riguarderà le pensioni. Riguarderà però anche i magistrati. 100 mln da editoria. Non ci sarà più l'obbligo di pubblicate gli annunci sui quotidiani. Vale 100 milioni. Dalle banche 1,8 mld. A contribuire in particolar modo (1,8 miliardi) saranno quest'anno le banche che possiedono quote (rivalutate di Bankitalia. Pagamento dei debiti. Il governo sblocca altri 8 miliardi di debiti verso le imprese. E il Governo conta sul fatto che questi, insieme agli altri già sbloccati, genereranno nel biennio 2014-2015 1,6 miliardi. Meno aiuti alle imprese. Dalle agevolazioni alle imprese arriveranno 2 miliardi in due anni. Innovazioni e sobrietà. Taglio alle auto blu, semplificazioni, tempi certi. Tra innovazione e sobrietà il governo punta ad incassare nel biennio 2,2 miliardi. Auto blu, non più di 5 per ministero. Lotta all’evasione. Dalla lotta all'evasione il governo punta a incassare 3, 3 mld nel biennio: 300 milioni nel 2014; 3 miliardi nel 2015. 1,1 mld da municipalizzate. Municipalizzate sotto tiro: 100 milioni nel 2014, 1 miliardo nel 2015. Si punta a passare da circa 8.000 a 1.000 municipalizzate. Taglio beni e servizi. Dalla voce acquisti di beni e servizi si otterranno 2,1 miliardi divisi in tre parti: enti locali, Regioni e Stato che contribuiranno ciascuno con 700 milioni. Rai può vendere Rai Way. La Rai è chiamata a concorrere al risanamento con 150 milioni. È autorizzata a vendere Rai Way e riorganizzare le sedi regionali.