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Pescara, 24/11/2024
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19/04/2014
Il Messaggero
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Fisco Giù l’Irap, stretta sulle rendite finanziarie. Il prelievo sui rendimenti, esclusi i titoli di Stato, al 26 % dal primo luglio. I Caf si salvano da tagli: rinviati al 2015 con il via alle dichiarazioni precompilate |
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ROMA Alleggerimento dell’Irap, pur se in misura parziale per quest’anno e piena (dieci per cento) dal prossimo. Stretta sulle rendite finanziarie, la cui aliquota (esclusi i rendimenti dei titoli di Stato) passerà dal primo luglio dal 20 al 26 per cento. Nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri hanno trovato posto altri due pezzi fondamentali della strategia fiscale del governo. Ma rispetto alle bozze provvisorie della vigilia, manca anche qualcosa. Non c’è ad esempio la prevista riduzione delle risorse per i Caf, i centri di assistenza fiscale: il discorso dovrebbe essere ripreso l’anno prossimo, quando l’esecutivo conta di avviare l’operazione di invio a domicilio delle dichiarazioni fiscali precompilate per lavoratori dipendenti e pensionati. Sull’Irap la strategia è quella già delineata: un intervento sulle aliquote che imprese e lavoratori autonomi potranno iniziare a sfruttare già con il primo anticipo del prossimo giugno, relativo all’anno fiscale 2014. L’attuale aliquota base dovrebbe essere ridotta dal 3,9 al 3,7 per cento, e le altre verranno modificate in proporzione. Dal 2015, la discesa proseguirebbe al 3,5: 0,4 punti in meno ovvero poco più del 10 per cento del prelievo complessivo. INTERVENTO TRASVERSALE È confermata dunque la scelta di intervenire trasversalmente su questa imposta - così poco popolare tra coloro che sono chiamati a versarla - invece di mettere nel mirino una componente della base imponibile, come quella derivante dal costo del lavoro. Insomma il beneficio sarà uguale in proporzione per tutti i contribuenti. A regime, l’intervento sull’imposta sulle attività produttive dovrebbe portare ad un calo del gettito di circa 2,4 miliardi: appunto il 10 per cento degli introiti complessivi, tolta la parte pagata dalle stesse pubbliche amministrazioni che è sostanzialmente una partita di giro. La compensazione sarà assicurata per un importo analogo dall’incremento dell’aliquota sulle rendite finanziarie, destinata a scattare dal primo luglio. Come promesso, la stretta risparmierà titoli di Stato e buoni postali, concentrandosi quindi sulle altre forme di investimento e di risparmio: dividendi, cedole di obbligazioni corporate, plusvalenze azionarie, ma anche interessi di conti correnti bancari e di conti di deposito. Se l’intenzione del governo è allineare il livello del prelievo a quello europeo, resta il fatto che la divaricazione tra la tassazione del risparmio ordinario e di quello canalizzato sui titoli di Stato inizia a diventare vistosa. Inoltre sugli investimenti si applica anche la mini-patrimoniale in misura del 2 per mille, dovuta a prescindere dalla redditività dei risparmi. L’ASSISTENZA FISCALE Come detto, è invece saltata la prevista riduzione dei compensi per Caf e patronati, per un importo di 167 milioni in due anni. La decisione è stata spiegata dallo stesso Renzi, che ha confermato la volontà di procedere il prossimo anno all’invio di 32 milioni di dichiarazioni precompilate a lavoratori dipendenti e pensionati. Con questa spinta al “fai da te”, i centri di assistenza fiscale dovrebbero avere meno lavoro ed a quel punto le risorse ad essi destinate dovrebbero essere effettivamente tagliate.
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