L’AQUILA Sono stati scongiurati i licenziamenti, ma la situazione economica e lavorativa del Cta è precipitata non solo per i tagli imposti dall’Ama, ma soprattutto per la perdita del servizio di scuolabus, che il consorzio gestiva per conto del Comune. Dopo la vicenda dei 7 autisti che rischiavano di perdere il posto di lavoro, il Consorzio trasporti e autonoleggiatori L’Aquila, composto da nove ditte artigiane tutte aquilane, interviene per chiarire gli aspetti della vertenza, che si è risolta con il ricorso alla cassa integrazione a rotazione tra tutto il personale. Ma le problematiche restano. «Il Cta», scrive Antonio Piscitelli, legale rappresentante del consorzio, «fino a settembre 2012 aveva due importanti commesse: il servizio scuolabus, da parte del Comune, e il subaffidamento di servizi di linea a carattere marginale, da parte dell’Ama. Il servizio scuolabus veniva svolto dalle imprese socie del consorzio e richiedeva l’impiego di 27 scuolabus, guidati quasi esclusivamente dai soci lavoratori e dai loro collaboratori familiari. Il servizio per conto dell’Ama veniva organizzato e gestito dalle imprese socie, sia con proprio personale sia con il supporto del Cta, poiché subito dopo il sisma i servizi si erano intensificati, arrivando ad avere un numero di 11 dipendenti. Nel settembre 2012», sottolinea Piscitelli, «al Cta è venuto meno il servizio scuolabus, a causa di un ricorso al Tar, dopo che il consorzio si era aggiudicato la gara d’appalto, con una conseguente perdita del 50% del fatturato. Nonostante questa grave perdita, il Cta e le imprese socie hanno comunque evitato i licenziamenti. Nell’ottobre 2013, non potendo fare altrimenti, si è ricorso all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, nella speranza di poter riprendere in affidamento il servizio scuolabus». Ma le cose sono andate diversamente: «Purtroppo dallo scorso 7 aprile», aggiunge Piscitelli, «l’Ama ha tagliato al Cta il 20% dei servizi svolti, di conseguenza il consorzio e le ditte socie si sono trovate nuovamente costrette a riorganizzare i servizi rimasti, con un maggiore intervento degli ammortizzatori sociali. Quindi la situazione è precipitata», conclude Piscitelli, «non solo a causa del taglio dei servizi da parte dell’Ama, ma anche e soprattutto per la perdita del servizio di scuolabus, gestito per conto del Comune».