PESCARA Giallo sulla lettera di Mascia che ferma Filò. Alla Gtm non è ancora arrivata nessuna comunicazione: parola del presidente Michele Russo e dell’ingegner Pierdomenico Fabiani, responsabile unico del procedimento. Abbiamo incontrato quest’ultimo ieri pomeriggio sulla strada-parco e subito ci ha stoppato con un «sono in ferie, non dico niente». Poi il ghiaccio si è sciolto e Fabiani ha aggiunto: «In azienda non c’è nulla, lettera, mail o fax, vedremo domani (oggi ndr) alla riapertura degli uffici». Frase laconica che Russo approfondisce così: «Se non arriva la lettera siamo pronti a diffidare il Comune, ferma restando la denuncia alla Corte dei Conti per danni erariali causati dai ritardi nella prosecuzione del cantiere». Danni che, sottolinea Russo, saranno nell’ordine di milioni di euro nel caso in cui non si riuscisse a completare l’opera entro fine anno «perché in tal modo perderemmo i finanziamenti destinati a questo tipo specifico di filobus e saremmo costretti a cambiare non il mezzo, ma l’alimentazione dello stesso». Il cantiere doveva ripartire di gran carriera proprio oggi, anzi stanotte, con l’avvio dell’elettrificazione del percorso, partendo dalle Naiadi. La Balfour Beatty contava di fare tutto in due notti, una volta che la Gtm avesse avuto l’ordinanza del sindaco di chiusura delle strade che incrociano con l’ex tracciato ferroviario. Ma l’altolà di Mascia ha gelato Gtm e ditta appaltatrice. In attesa di risolvere il giallo di Pasquetta, le associazioni e i comitati invitano la Gtm a cambiare rotta. Da Maurizio Biondi, del comitato Utenti, a Ivano Angiolelli, portavoce dei cittadini, si contesta proprio la fattibilità del progetto: «Quanto all’impossibilità di modificare l’appalto, ovvero di sostituire il mezzo, dichiarata con forza dal presidente Russo - afferma Angiolelli - a Bologna e a Verona hanno di recente cambiato il veicolo inizialmente prescelto. Bologna, dove il sindaco Merola ha sospeso i lavori e la Corte dei Conti ha accertato danni erariali per 91 milioni di euro, ha rinunciato al malfunzionante Civis per il più moderno Crisalis. Verona, dove i lavori non sono mai iniziati per un’inchiesta della Procura, il vecchio Phileas è stato subito mandato in soffitta per il più evoluto Citea Euro 6. Non si comprende, allora, perché a Pescara non si possa praticare quello che è consentito altrove».