ROMA In Italia ci sono un milione e trecentomila famiglie dove il 27 del mese non arriva nessuno stipendio. L’ultima fotografia scattata dall’Istat, l’Istituto di statistica, restituisce un’immagine di quanto duramente abbia colpito la crisi degli ultimi anni. Anche perché i componenti di questo milione e passa di famiglie si sono detti «con tutte le forze in cerca di lavoro». Insomma, anche se l’Istat ammette che tra loro possano anche nascondersi dei «rentier», persone che vivono della rendita di altri beni, la gran parte dei nuclei censiti rappresenta una fascia sociale in grande difficoltà. Le famiglie senza nessun reddito da lavoro, ha certificato l’Istituto nazionale di statistica, sono aumentate in un solo anno del 18,3 per cento. In termini assoluti significa che i nuclei che si trovano in questa condizione sono saliti di 175 mila unità. Le situazioni più critiche potrebbero coincidere con quelle delle coppie con figli, quasi mezzo milione, a cui si aggiungono 200 mila nuclei monogenitore, dove nella gran parte dei casi il solo capofamiglia è una donna, o meglio una mamma. Si tratta, insomma, di famiglie dove i membri «attivi» sul mercato, in età lavorativa, non hanno un posto e devono trovare le risorse necessarie per andare avanti da altre fonti di reddito diverse dalla busta paga. Una casistica che può andare dalla presenza di un familiare pensionato, oppure il sostegno può arrivare anche dall’indennità di disoccupazione. O ancora, come detto, da redditi di capitale, come l’affitto di case o locali commerciali.
L’IDENTIKIT
L’identikit della famiglia senza reddito da lavoro è dunque molto variegato. Si va dagli anziani ormai fuori dal mondo del lavoro che ancora accolgono in casa un figlio disoccupato o ancora studente, alla madre senza lavoro che deve farsi carico dei figli senza la presenza dell’altro genitore, fino al single che ha perso il posto o alla giovane coppia ancora in cerca di un’occupazione. A soffrire maggiormente, ancora una volta, sono le regioni meridionali. Del milione e passa di famiglie senza un reddito da lavoro, quelle residenti nel Sud d’Italia sono quasi 600 mila (598 mila per l’esattezza). Segue il Nord, con 343 mila nuclei familiari, mentre è migliore la situazione del Centro Italia con 189 mila famiglie senza redditi di questa natura. Negli ultimi due anni, quella più duri della crisi, l’aumento di questo tipo di disagio è stato esponenziale. In soli ventiquattro mesi l’aumento delle famiglie senza redditi da lavoro è stato del 56,5 per cento. I dati dell’Istituto nazionale di statistica fanno il paio con quelli diffusi dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e diffusi dalla Coldiretti sulla base del «Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti nel 2013».
Ebbene, secondo le stime elaborate dall’Agea, lo scorso anno sarebbero state oltre 4 milioni le persone che in Italia sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare. Per effetto della crisi economica e della perdita del lavoro, si sta registrando un’impennata degli italiani senza risorse a sufficienza neanche per sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. In particolare, nel 2013 si contano oltre 300 mila persone che hanno beneficiato dei servizi di mensa, mentre sono ben 3,7 milioni i poveri che nello stesso anno hanno ricevuto assistenza con pacchi alimentari. Una situazione drammatica che, osserva la Coldiretti, «rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa».