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Pescara, 24/11/2024
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Data: 23/04/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Chiodi: «Abbassiamo le tasse è arrivato l’ok del Ministero». Ma in busta paga solo spiccioli. Di Cesare, Cgil: «Solo propaganda»

PESCARA Giù le tasse, con il taglio del 25% delle addizionali Irap e Irpef per i redditi fino a 28mila euro. Un beneficio che toccherà la stragrande maggioranza dei contribuenti abruzzesi: 550mila su 600mila. Diciamolo subito, però: alla fine, quello che si vedrà in busta paga sono soltanto pochi spiccioli, in qualche caso neanche il costo del biglietto del cinema. Ma per Gianni Chiodi e la sua maggioranza è un bel jolly quello che arriva dal Ministero dell'Economia nel pieno della campagna elettorale.
Il via libera alla riduzione delle aliquote è infatti arrivato dal tavolo di monitoraggio nazionale sulla Sanità e dal dicastero economico: la Regione Abruzzo ha dimostrato di avere i conti in ordine anche per il 2013 e ha raggiunto gli obiettivi sui livelli essenziali di assistenza.
Così ecco arrivare per il secondo anno consecutivo il bonus di 33milioni di euro da redistribuire fra i contribuenti (nel 2012 furono 40), con una premessa da parte di Chiodi: «E' solo una coincidenza che questa bella notizia arrivi proprio adesso. Il tavolo di monitoraggio si è aperto nel mese di luglio e l'Abruzzo è stata l'ultima regione ad essere chiamata».
Già, a trenta giorni dal voto. Occasione che al governatore uscente non sembra vero di poter sfruttare come un totem della prosperità in campagna elettorale.
DI CESARE: «PROPAGANDA»
Dura la reazione del segretario regionale Cgil, Gianni Di Cesare: «È una scelta di propaganda: Chiodi ha preferito restituire a pioggia, senza nessuna discrezione sociale. Se avesse destinato la restituzione, per fare un esempio chiaro, ad una categoria di contribuenti sotto ai 20mila euro di reddito, quello sì che sarebbe stato un atto di giustizia. Oltretutto Chiodi continua a non presentare il bilancio consuntivo del 2012, quindi non sappiamo è un bilancio negativo e se questi soldi sono dati a debito, o se li restituirà con ritardo. Le risorse sono poche, è evidente, e non c'è nessun paragone con gli ottanta euro di Renzi, che almeno li ha dati ai lavoratori dipendenti per scelta politica». Più cauti Maurizio Spina, Cisl, e Roberto Campo, Uil, disponibili a considerare con calma la nuova situazione.
Ma Chiodi tiene il punto: «Questo risultato servirà a contrastare la recessione, a rilanciare i consumi e a ridare un po' di fiducia ai cittadini». Sembra di ascoltare Matteo Renzi, ma Chiodi è consapevole che il risultato raggiunto è più politico che contabile, e non ne fa mistero: «Ricordiamo che tutto questo è stato possibile perché i debiti della sanità in Abruzzo sono passati dai 2,5miliardi di euro del 2008, ai 530milioni di oggi, di cui il 60% in contenzioso. Va anche ricordato che le nostre Asl hanno in cassa la liquidità sufficiente per sanare tutti i debiti. In più il tavolo di monitoraggio ha verificato il raggiungimento degli obiettivi relativi al livelli minimi di assistenza, e questo è avvenuto senza tagliare i costi. Anzi, abbiamo speso di più rispetto a quanto si spendeva nel 2009, quando ci siamo insediati. Ma noi abbiamo speso meglio, tagliando sprechi e privilegi».
STOP AL COMMISSARIAMENTO
Altro obiettivo centrato: i sessanta giorni nel pagamento dei fornitori della sanità. La media dell'Abruzzo è oggi di 59 giorni. Chiodi annuncia poi che, alla luce di questi risultati, il commissariamento dovrebbe cessare a settembre. La legge con cui saranno tagliate le addizionali Irap e Irpef arriverà invece nell'ultimo Consiglio regionale di legislatura, quello del 29 aprile. Spiega l’assessore al Bilancio, Carlo Masci: «Si agirà su due scaglioni di reddito, fino a 15mila e fino a 28mila euro, che sono appunto la maggioranza nella vasta platea dei contribuenti».
RATING MIGLIORATO
L'altra buona notizia riferita dall'assessore regionale al Bilancio è che il rating (vale a dire la valutazione di bilancio affidata solitamente a società esterne) dell'Abruzzo è migliorato: «Eravamo quattro punti sotto quello dello Stato, adesso siamo sotto di un solo punto e avanti rispetto a regioni come il Piemonte, il Lazio, la Campania, la Sicilia, la Calabria». Il jolly è servito. Vedremo cosa resterà in tasca.

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