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Pescara, 24/11/2024
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Data: 23/04/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Pagano non fa il passo indietro e c’è chi mugugna

PESCARA Mal di pancia e dintorni fra gli esponenti pescaresi di Forza Italia per le candidature alla Regione. Il passo indietro di Ricardo Chiavaroli, che si è autosospeso da vice presidente abruzzese del partito dopo aver annunciato la ricandidatura, è rimasto isolato. Molti, per non dire tutti, si aspettavano la stessa cosa da Nazario Pagano, che torna in corsa ma non si autosospende «come prevede, peraltro - ha detto Chiavaroli - il nostro statuto». E stando agli umori degli altri concorrenti del collegio pescarese, sembra che il virus sia proprio Pagano. Ce l'hanno tutti con lui, sia quelli che parlano sia quelli che tacciono. Fra i primi non ha peli sulla lingua Alfredo Castiglione, che rimane in pista nonostante la condanna a sei mesi rimediata in primo grado: «Buon senso e regolamento - afferma il vice presidente della Giunta regionale - avrebbe voluto che chi ha ruoli dirigenziali di vertice nel partito e voglia candidarsi, debba autosospendersi perlomeno durante il periodo della campagna elettorale. Bene ha fatto Chiavaroli, al quale va il mio apprezzamento. Avrebbe dovuto farlo a maggio ragione Pagano, che di Forza Italia è il presidente. Ma se non l'ha fatto finora, non lo farà più. Per me è un errore».

Qualcuno lo definisce in maniera più icastica, di sicuro gli "azzurri" di Pescara attribuiscono a Pagano la diffusione del virus malpancista che li ha colpiti. Tutti ritengono sbagliata la decisione del coordinatore regionale perché nel caso in cui non dovesse venire eletto, l'effetto boomerang per il partito sarebbe assicurato. Quella di Ricardo Chiavaroli, quindi, sembra essere la classica vox clamantis in deserto, «un esempio virtuoso e corretto che andava seguito», aggiunge Castiglione. Qualche altro esponente forzista più malizioso dice che la mossa di Chiavaroli sarebbe stato un messaggio lanciato dal partito a Pagano per indurlo a seguire la stessa strada e accompagnarlo a un'uscita indolore dai vertici. Una cosa è certa: gli "azzurri" pescaresi, e non solo quelli, aspettano al varco il presidente, lo aspettano alla prova del voto e c’è chi aspetta che siano le urne a metterlo da parte. La gestione del caso-Pescara, su tutti, è stata censurata ai vari livelli. Inoltre, le difficoltà oggettive di rivincere a Pescara presentandosi divisi vengono caricate sulle spalle di Pagano, condannato a vincere su entrambi i fronti, Comune e Regione.

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