PESCARA. «Intendiamo non far passare sottotraccia una procedura di Vas, la Valutazione ambientale strategica, che ha troppe zone d'ombra». Il Movimento 5 Stelle di Pescara interviene sul Piano regolatore portuale, i cui protagonisti, dice, «sono gli stessi che hanno portato alla realizzazione della diga foranea e al disastro che è sotto gli occhi di tutti», ed annuncia un incontro con i cittadini per «diradare definitivamente la nebbia sulla questione». Sottolineando che «il porto di Pescara rappresenta il futuro dello sviluppo di Pescara e dell'Abruzzo intero», i grillini evidenziano come la situazione si sia sbloccata «magicamente, a poche settimane dalle elezioni, dopo ben due anni, con l'approvazione della procedura di Vas, annunciata in conferenza stampa il 4 aprile dal sindaco Luigi Albore Mascia e dal consigliere regionale Lorenzo Sospiri». Si ripresentano, in piena campagna elettorale, dice ancora il Movimento 5 Stelle , «le stesse dinamiche che caratterizzano lo stampo di una cultura politica che da troppo tempo ormai, deve essere cancellata: chi ha creato il problema non può essere lo stesso che propone la soluzione».PESCARA Per trenta giorni anche il porto turistico Marina di Pescara verrà dragato. Un procedimento di sicuro più snello e meno denso di ostacoli rispetto a quello che ha portato alla parziale pulizia del porto commerciale, ma comunque necessario per mettere in sicurezza il Marina. L'ordinanza del direttore marittimo Luciano Pozzolano prevede appunto un mese di lavori attraverso l'utilizzo del motopontone Ammiraglia adriatica di Civitavecchia, che libererà i fondali del Marina che, negli ultimi tempi, si erano ridotti a poco più di due metri rendendo difficili le manovre delle barche. Per questo motivo, l'ordinanza prevede che tutte le unità in transito in prossimità dei lavori debbano tenersi ad una distanza di sicurezza adeguata, e che i lavori siano evidenziati attraverso una segnaletica apposita. Temporaneamente i sedimenti verranno depositati in apposite aree localizzate tra il porto turistico e il molo sud di quello commerciale. Circa un mese fa il presidente di Assonautica, Francesco Di Filippo, aveva sollecitato l'avvio dei lavori considerando altrimenti il Marina a rischio chiusura. Bisogna dragare almeno 50mila metri cubi di sabbia per risolvere il problema dei fondali. (pa.to.) ©RIPRODUZIONE RISERVATAdi Paola Toro wPESCARA C'è chi ha contattato il ministro Maurizio Lupi e chi grida allo spreco di denaro pubblico. L'episodio di martedì mattina, quello che ha visto arenarsi la motonave Galatea in entrata nel porto di Pescara a causa di un dosso sabbioso e del fondale troppo basso, è tutt'altro che sottovalutato dagli addetti ai lavori poiché potrebbe essere la spia di un problema non risolto nonostante le operazioni di dragaggio appena compiute. Due giorni fa la Capitaneria di porto ha effettuato i propri rilievi per verificare se l'innalzamento del fondale all'imboccatura del porto fosse dovuto a un dosso o a una situazione più generalizzata. Quel che è certo che a destra dell'ingresso un dosso c'è, ed è quello sul quale la corsa della petroliera Galatea, che avrebbe dovuto scaricare seimila tonnellate di carburanti, si è fermata. Ieri, poi, anche la Sidra ha iniziato le proprie rilevazioni per contro del Provveditorato alle opere marittime. L'impresa è la stessa che ha eseguito i lavori di dragaggio negli ultimi 14 mesi. «Questi rilievi», ha spiegato il direttore marittimo, Luciano Pozzolano, «sono necessari per capire il problema che ha portato all'arenamento della Galatea e vedere quali sono i punti critici su cui lavorare affinché quello che si è verificato non accada più». In base ai risultati dei rilievi batimetrici della Sidra potrebbe poi essere emessa una eventuale nuova ordinanza più restrittiva della Capitaneria di porto, oggi stilata in base ad una profondità di cinque metri. Appresa la notizia, il presidente della Camera di commercio, Daniele Becci si, ha contattato il ministro alle Infrastrutture, Lupi: «L'ho sollecitato affinché Roma si faccia immediatamente carico del problema, e affinché lui personalmente intervenga col provveditorato per capire al più presto il da farsi. Quel che è certo è che i lavori vanno completati e nel giro di breve». Poi c'è l'opinione di chi il mare lo cavalca, e grida allo spreco di denaro pubblico. Secondo il pilota del porto, Leonardo Costagliola, quelli per il dragaggio sono stati «13 milioni di euro spesi per permettere una riapertura del porto commerciale per soli due mesi, l'entrata di appena un paio di navi e siamo di nuovo punto e capo. Una montagna di denaro pubblico gettata letteralmente in mare con il rischio, a questo punto davvero concreto, di perdere il collegamento tanto atteso con la Croazia, già programmato dalla Snam. Bisogna dare avvio con la massima celerità alla realizzazione del piano regolatore portuale», ha aggiunto Costagliola, «che, come ripetiamo da anni, costituisce l'unico strumento non solo per risolvere definitivamente il problema dell'insabbiamento del porto ma soprattutto per far decollare uno strumento di sviluppo per la città e per l'intera regione».