PESCARA Luciano D'Alfonso ha liquidato come «una non notizia» il presunto scoop de Il Fatto Quotidiano su una presunta iscrizione dell'ex sindaco di Pescara alla Suprema Militia Equitum Templi. E il giudice Italo Radoccia, il cui nome era stato associato a quello di D'Alfonso come iscritto in una fantomatica lista di ispirazione massonica, ha subito smentito qualsiasi appartenenza ai «Templari». Radoccia, fra l'altro, è stato appena nominato presidente del tribunale di Vasto. Fatto sta che sul caso sollevato a livello ministeriale dal deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Colletti, la Procura dell'Aquila ha aperto un'inchiesta. Fra l'altro, le carte cui fa riferimento il deputato pentastellato confondono il nome di battesimo di Radoccia che viene chiamato Angelo, mentre il vero nome è Italo. La verità è che in Abruzzo non esiste alcun Angelo Radoccia magistrato, l'unico Radoccia vero è Italo ed è il giudice che ha assolto D'Alfonso nell’inchiesta Ecosfera. Forse da questa attinenza giudiziaria e dal mix di nomi è nata quella che che il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci ha bollato come «una bufala elettorale». Esiste anche un Angelo Radoccia, ma non fa il magistrato, è invece un dirigente di pubblica amministrazione che ha lavorato in diversi Comuni della provincia di Chieti come segretario comunale, tra cui Ortona, e attualmente alla Provincia di Chieti. Quanto al Radoccia magistrato (Italo), questi ha detto senza mezzi termini: «Non ho mai conosciuto Luciano D'Alfonso, tanto meno l'ho visto in udienza a L'Aquila nel processo a suo carico in quanto contumace». Aggiunge che è stato messo «in relazione a tale Angelo Radoccia magistrato, che figurerebbe in un elenco di questa associazione di cui non conosco l'esistenza e alla quale non appartengo, solo perché l'unico magistrato in Abruzzo che si chiama Radoccia sono io. Certo è che mi ritrovo mio malgrado nel tritacarne, in una polemica da campagna elettorale, che mi sarei volentieri risparmiato. Io ho fatto e faccio da sempre solo il mio dovere di magistrato. E sono tirato in ballo per aver assolto D'Alfonso a febbraio con formula piena, perché il fatto non sussiste. È stato un processo delicato e ho svolto il mio ruolo con grande serenità e la massima attenzione. Qualcuno ora vuol mettere in dubbio con quest'articolo la mia serenità, equità e autonomia di giudizio». Per questo Italo Radoccia annuncia querele.