MONTESILVANO Sei candidati sindaci per Montesilvano con appena 15 liste in corsa per 348 candidati. In quasi due anni, dalle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012, si sono persi per strada due aspiranti sindaci, 9 liste e 178 candidati. Montesilvano, la città che misura la crisi dell’edilizia con il crollo delle entrate della Bucalossi, torna al voto in anticipo: l’amministrazione Di Mattia avrebbe dovuto finire il mandato nel 2017 e invece è già ora di scegliere un altro sindaco. Attilio Di Mattia, analista finanziario di 37 anni, ex Idv passato al Pd e dal Pd scaricato quasi alla scadenza della presentazione delle liste, è stato sfiduciato il 16 febbraio scorso con le dimissioni di 13 consiglieri comunali. Di Mattia ci riprova ma stavolta non ha più 7 liste dalla propria parte: a sostenere l’ex sindaco c’è soltanto la lista Montesilvano che vogliamo che schiera, tra gli altri, Giovina D’Ortenzio, ex direttrice della Scuola civica di musica, Sergio Sergi di Sel, l’ex assessore alla Cultura Rosa Pagliuca, Enrica Taresco dello staff di Di Mattia e Domenico Liberati, ex segretario cittadino Udc. Chi ha più liste, 7, è Francesco Maragno, finanziere di 41 anni, genero del costruttore Raffaele Di Giovanni, due volte consigliere comunale: nel 2012 è stato candidato sindaco raccogliendo quasi il 20 per cento dei consensi, più di 4 mila voti. Maragno è sostenuto da Forza Italia, Montesilvano in Comune, la lista fondata da Carlo Tereo de Landerset che ha rinunciato a candidarsi, Ncd/Udc, la lista dell’associazione Vita di quartiere, Fratelli d’Italia, Montesilvano Futura e Progetto Montesilvano, gruppo messo insieme dall’ex assessore Udc Mimmo Di Giacomo che corre per la Regione. Se alle elezioni del 2012, il centrodestra si è presentato spaccato in tre tronconi – Maragno, Manola Musa e l’allora uscente Pasquale Cordoma – stavolta è il centrosinistra a mostrare le divisioni, figlie di quasi due anni di liti: Di Mattia corre da solo; Lino Ruggero, il suo vicesindaco, è sostenuto da 4 liste; Lorenzo Colazzilli è il candidato sindaco dell’Altracittà, gruppo espressione di Rifondazione comunista e ambientalisti. Con Ruggero, imprenditore delle pompe funebri, 37 anni, già consigliere provinciale indipendente, ci sono il Pd – in lista anche la segretaria cittadina Romina Di Costanzo, la presidente dell’Azienda speciale Erica Di Censo, figlia dell’ex consigliere Udc Emilio, gli ex assessori Adriano Chiulli e Feliciano D’Ignazio e gli ex consiglieri Federico Di Giovanni, Gabriele Di Stefano, Pietro Gabriele (candidato anche alla Regione) e Paolo Talanca –, il movimento Abruzzo Civico, la lista Teodoro e la lista civica di Ruggero, Montesilvano Democratica. Alla domanda se 4 liste siano poche rispetto alle 7 di Maragno, Ruggero risponde con un sorriso: «Ogni nostro candidato vale il doppio degli altri. La mia lista civica? È composta di comuni mortali che vogliono impegnarsi per la città». Nel 2012, il Movimento 5 Stelle ha eletto un consigliere, Manuel Anelli, ma dopo 10 mesi, a causa di una sentenza del Consiglio di Stato, lo stesso Anelli è stato costretto a lasciare il posto a Lorenzo Silli. Stavolta, Anelli studente di 22 anni, fresco di querela da parte del senatore di Forza Italia Antonio Razzi, si ricandida con una certezza diversa: «Vinceremo noi». Candidato nuovo è Lorenzo Colazzilli, avvocato di 38 anni, con la lista L’altracittà, componente del cda della municipalizzata dei rifiuti Ecoemme: da membro dell’Ecoemme, è stato l’unico a opporsi al ricorso al Tar e al Consiglio di Stato sull’assegnazione del servizio rifiuti a una nuova società. Marco Forconi, 38 anni, coordinatore regionale di Forza Nuova, addetto alla vendita in una libreria di Pescara e titolare agenzia poste private, è alla seconda candidatura a sindaco. Dal 2004 gli abitanti di Montesilvano città dei palazzi continuano a salire – sono 42 mila gli aventi diritto al voto, oltre 52 mila i residenti – e, allo stesso tempo, gli elettori scendono in picchiata: se nel 2004, quando ha vinto Enzo Cantagallo, al voto è andato l’81 per cento degli elettori, nel 2007 questo dato si è ridotto al 75 e, nel 2012, si è registrato un altro crollo fino al 66. Tradotto in numeri, significa che alle ultime elezioni più di 13.500 residenti hanno scelto di restare a casa.