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Pescara, 24/11/2024
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Data: 27/04/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Scompare Di Paolo, riappare D’Ambrosio L’ex sindaco di Pianella ripescato all’ultim’ora da Centro democratico

PESCARA Sliding doors nelle liste elettorali per la Regione: alla voce porte scorrevoli, il centrosinistra batte tutti con il doppio caso D'Ambrosio-Di Paolo. Il primo, che era uscito dalla porta del Pd a furor di popolo, è rientrato dalla finestra del Centro democratico, trovando alfine una candidatura. Il secondo, ex assessore con il centrodestra, ha dovuto rinunciare a correre con il centrosinistra, ma è stato ripagato con la nomina a coordinatore regionale di Abruzzo Civico. Sì, proprio la lista che fa capo all'ex giornalista Rai Giulio Borrelli che aveva fatto della trasparenza il suo cavallo di battaglia. Operazioni che hanno suscitato forti malumori, il più aspro è quello manifestato da Alfonso Mascitelli, segretario abruzzese dell'Italia dei valori, che attacca a tutto spiano il Centro democratico per il ripescaggio di Giorgio D'Ambrosio. "Mettere a rischio la coesione della coalizione per imporre agli altri alleati nomi di candidati non desiderati, è un atto di uno squallore irresponsabile". Niente di personale contro l'ex sindaco di Pianella, precisa Mascitelli che subito dopo affonda su D'Alfonso: "I patti vanno rispettati. Il 19 aprile abbiamo sottoscritto un accordo che impegnava il candidato presidente a garantire che non vi fossero candidature inopportune. Consentire oggi al Centro democratico di infrangere questa intesa è uno schiaffo alla sensibilità di migliaia di abruzzesi. Non siamo disposti ad accettare sveltine di questo tipo che minano alle basi un grande progetto di cambiamento". Infine, Mascitelli chiede al Centro democratico "di far dimettere il candidato o abbia il coraggio di dichiarare, di fatto, l'uscita dalla coalizione". Non c'è pace per il centrosinistra, quindi, e soprattutto per il "povero" D'Ambrosio che sembra attirare strali da ogni dove. Di certo per D'Alfonso, oltre alle squassanti polemiche interne, la chiusura delle candidature registra la perdita di una lista: il Partito dei comunisti italiani non ce l'ha fatta a raccogliere le firme necessarie, così la coalizione perde un pezzo e le liste dalfonsiane passano da nove a otto; non più 288 candidati consiglieri, ma "solo" 260, comunque la maggioranza assoluta rispetto a quelli che sostengono gli altri candidati presidenti. Sul fronte centrodestra, Gianni Chiodi schiera tutti gli assessori teramani uscenti nei posti di comando: Paolo Gatti con Forza Italia, Mauro Di Dalmazio con Abruzzo Futuro e Giandonato Morra con Fratelli d'Italia. E a Pescara lotta all'ultima preferenza per un posto al sole tra Nazario Pagano, Lorenzo Sospiri, Alfredo Castiglione e Ricardo Chiavaroli.

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