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Pescara, 24/11/2024
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Data: 29/04/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Porto, a giugno l’udienza per il traffico di fanghi

La nave cisterna Galatea è riuscita a entrare in porto ieri mattina e a ormeggiare in darsena e a procedere alle operazioni di consegna del combustibile. Hanno tirato un sospiro di sollievo gli operatori portuali, allarmati giorni fa dall’abbassamento dei fondali a causa delle recenti mareggiate e del fiume ingrossato. L’emergenza non è però risolta: con una nuova ordinanza il comandante della Direzione marittima, Luciano Pozzolano, ha ristretto l’accessibilità delle imbarcazioni in porto fissando il pescaggio a quattro metri e mezzo. Per oggi è previsto il ritorno della draga, già attesa per altri lavori e che approfitterà dell’occasione per affondare altri colpi di pala utili a scavare il canale di accesso in darsena.
Il pilota del porto, Leonardo Costagliola, conferma l’emergenza: «In alcuni punti della darsena, essenziali per la manovra di grandi navi, la profondità dei fondali si è ridotta di circa 70 centimetri e non c’è da stare allegri. Una settimana fa la Galatea era rimasta alla fonda, stavolta è entrata perché ci ha favorito una marea che ha alzato il mare di circa venti centimetri». Lo sblocco del piano regolatore portuale, ha ribadito Costagliola, è fondamentale per assicurare un futuro al porto di Pescara. Altri interventi sono stati predisposti per limitare i disagi in questa fase: sul molo di levante sono stati piazzati materassini che saranno riempiti con pietrisco da collocare a sostegno della parete nord del fiume che rischia di cedere.
Intanto muove passi in avanti l’inchiesta condotta dai carabinieri del Noe per conto della Distrettuale antimafia dell’Aquila su un presunto traffico illecito di rifiuti speciali legato a un precedente e recente dragaggio del porto canale. L’udienza preliminare è stata fissata per il 3 giugno. L’inchiesta parte da Pescara (pm Mirvana Di serio) e portò al sequestro di un’area privata per lo smaltimento dei fanghi a Moscufo. Risultano indagati l’allora direttore dei lavori, un dirigente della Regione; un architetto della Provincia di Pescara responsabile del procedimento e il rappresentante legale della ditta che si aggiudicò l’appalto. Sulla qualità dei fanghi sequestrati è scontro a colpi di perizie.

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